Da pochi anni, la tecnologia delle stampanti 3D è diventata un utile strumento per i professionisti del campo civile ed edile. Inizialmente utilizzata per stampare modellini o componenti degli edifici, oggi è un vero e proprio strumento per costruire.

Il primo manufatto, per opera di una stampante 3D, risale al 2014: ad Amsterdam nasce la “3D Printed Canal House” realizzata dallo studio di architetti olandesi DUS.

La casa prende vita in seguito dall’assemblaggio di numerose componenti, tutte create per mezzo della stampante. In questo caso, è stata adoperata della plastica riciclabile al 100%.

Dalla sovrapposizione dei diversi strati di plastica, è stato possibile realizzare pezzi di qualsiasi forma.

La stampante 3D rappresenta un importante novità per il settore dell’edilizia: non solo il costo di realizzazione è più che dimezzato, è anche possibile sbizzarrirsi con le forme e creare esattamente il proprio ideale di casa.

In seguito all’esempio della città olandese, sono state registrate altre applicazioni simili.

In Cina, la ditta WinSun propone la casa eco compatibile ed economica. Grazie alla loro enorme stampante 3D, sono in grado di realizzare case fino a 200 mq, richiedendo all’incirca 24 ore di lavori. In più la progettazione non è complicata e viene eseguita col sistema CAD.

Una di queste abitazioni costa intorno ai 5 000 dollari. Un prezzo veramente insignificante se paragonato a quello delle costruzioni in mattoni o cemento armato.

L’azienda è riuscita a utilizzare solo materiale di riciclo e in più, durante la lavorazione, la macchina è in grado di filtrare le sostanze tossiche presenti nell’aria. Si ottiene come prodotto ultimato un calcestruzzo più forte di quello tradizionale: grazie alla presenza di altri materiali e di fibre, si adopera un materiale molto resistente e consistente.

Anche l’Italia può vantarsi del successo raggiunto a Massa Lombarda nel 2015. Qui un gruppo di giovani e un artigiano (Massimo Moretti) hanno creato una delle più grandi stampanti 3D al mondo.

Si chiama BigDelta 12 (alta 12 metri) e lavora con i materiali recuperabili in sito. Moretti prese spunto dal lavoro di Adrian Bowyer (2005), professore universitario britannico che grazie a una stampante 3D è riuscito a creare diverse componenti con il fine di costruire una casa intera oppure per sostituire solo qualche parte.

Ovviamente le scoperte non sono finite qui. Uno studio condotto da un team di chimici dell’American University (con a capo Matthew Hartings) ha permesso di unire il classico processo di stampa 3D per estrusione con una tecnologia anti inquinamento.

Quest’ultima si basa sugli ossidi di titanio (TiO2) e sfrutta le sue capacità di fotocatalizzatore: l’ossido utilizza l’energia della radiazione ultravioletta assorbita per far avvenire delle reazioni chimiche in altre molecole vicine. Con la stampante 3D, la natura chimica del TiO2 permane e tramite la fotocatalisi combatte l’inquinamento.

Un altro esperimento interessante è la “Quake Column” ideata dallo studio di architetti “Emerging Objects”. Si tratta di una colonna formata dall’unione di diversi mattoni ottenuti con la stampante 3D.

Non si utilizzano collanti di nessun tipo poiché le diverse parti sono state progettate e disegnate al CAD per incastrarsi tra loro alla perfezione. I mattoni, al loro interno, sono cavi e questo genera un perfetto rapporto peso-resistenza. Il prodotto finale è una colonna strutturale particolarmente resistente ed altrettanto leggera.

Ottima nelle zone ad alta sismicità

Tutti questi progetti rappresentano una soluzione economica e immediata per le zone colpite da catastrofi naturali. In particolare la stampante 3D potrebbe essere d’aiuto in Italia per le zone terremotate.

Il prezzo contenuto e la velocità di costruzione permetterebbero di offrire un riparo alla popolazione in difficoltà. Le stampanti utilizzate possono essere smontate e trasportate in un normale furgone.

Posizionata la stampante, in 24 ore darà vita a una casa per chi l’ha persa. Senza dimenticarci che, oltre a offrire abitazioni sicure e spaziose, questa metodologia di costruzione è anche rispettosa dell’ambiente e utilizza materiale riciclato.