Breve storia dell’auto elettrica

Lo sapevate che le auto elettriche nei primi anni del 900 vendevano di più dei veicoli a benzina? Che la prima auto ad infrangere la barriera dei 100 km/h era alimentata con una batteria elettrica? Era il lontano 1899 e Camille Jenatzy nel suo veicolo elettrico “a forma di razzo”, La Jamais Contente, raggiunse i 105,88 km/h.

In breve, comunque e purtroppo, i progressi tecnologici nel settore automobilistico aumentarono le prestazioni, il comfort, ma soprattutto l’affidabilità dei veicoli a benzina e i modelli elettrici vennero presto dimenticati. Nel corso di un centinaio di anni, nonostante alcuni miglioramenti tecnici, le auto elettriche non tornarono più nelle cronache, né sfondarono mai sul mercato. Pensate che nel 2000, cent’anni dopo il folle record di Jenatzy, le vendite di autoveicoli elettrici non superavano i 30000 esemplari su scala mondiale. Una nullità. Poi è arrivata Tesla.

Breve storia della Tesla Motors

La Tesla Motors è una casa automobilistica fondata nel lontano 2003, prima che il suo attuale CEO, Elon Musk, ne prendesse le redini. Tesla nasce per iniziativa di due ingegneri che, forse memori delle glorie passate dei veicoli elettrici o più probabilmente consci del loro potenziale, mettono insieme i loro risparmi per creare la prima casa automobilistica della Silicon Valley. Un anno dopo Elon Musk (cofondatore di PayPal) finanzia la società con 7,5 milioni di dollari; l’anno seguente, riuscendo a siglare un accordo con la Lotus, Musk porta altri 13 milioni di dollari sul conto dell’azienda.

I primi veicoli realizzati dalla Tesla non sfondano: la Roadster – forse anche per il prezzo proibitivo: 108mila dollari – vende 2000 modelli.

Nel 2009 però, a Musk, ormai CEO dell’azienda, riesce il colpaccio: il Governo statunitense finanzia la Tesla per 500 milioni di dollari. Sono i soldi necessari per lo sviluppo del nuovo modello, la Tesla Model S.

Con questa berlina ad emissioni 0, una autonomia di oltre 400 km, la Tesla inizia a vendere per davvero.

Entra in commercio nel 2012 e ad oggi circolano circa 30.000 esemplari in tutto il mondo. Certo, niente in confronto ai 73 milioni di vetture immatricolate ogni anno, ma la Model S è pur tuttavia una delle auto elettriche più vendute al mondo.

La Tesla ha del potenziale e qualcuno inizia a capirlo: i norvegesi. Pensate che la Model S è l’auto più venduta nel paese scandinavo, contando più del 10,4% delle immatricolazioni nel 2014 (oggi, in Norvegia, grazie alle pesanti tassazioni sui veicoli a benzina e agli incentivi statali sui 20.000 per l’acquisto di veicoli elettrici, le immatricolazioni di tali veicoli assieme alle auto ibride hanno raggiunto il picco del 50% sul totale delle vendite di automobili nei primi due mesi del 2017. Incredibile quanto un poco di politica possa cambiare le sorti del mercato, vero?).

La Tesla Motors, insomma, inizia a far tremar i marchi automobilistici di vecchia data. E questo è, signori, il segnale che il futuro sta arrivando: la paura negli occhi dei colossi del passato.

La Tesla Motors, oggi

Dopo l’arrivo, nel 2015, di un nuovo esemplare, la Model S, che nonostante la qualità, a causa dei prezzi esorbitanti non porta la Tesla sotto le case di tutti, l’azienda si rimbocca le maniche e si prepara, questa volta per davvero, a sfondare sul mercato di massa.

La Model 3 è l’ultimo progetto in casa Musk: una berlina da 35.000 dollari destinata al grande pubblico. Per il modello di futura produzione, il numero di ordini preventivi ha raggiunto le 400.000 unità. Le consegne della vettura arriveranno nella seconda metà dell’anno corrente e secondo le previsioni Tesla spedirà circa 5000 berline a settimana nel quarto trimestre, poi il numero raddoppierà l’anno seguente.

Per un autoveicolo, quello elettrico, che solo una decina di anni fa contava, in tutto il mondo, 30.000 esemplari totali, è il caso di dire che Tesla ha fatto il botto.

Ora, certo, si potrebbe pensare che 35mila dollari siano tanti, ancora troppi. Probabilmente è vero. Ma in futuro il prezzo è destinato a crollare vertiginosamente.

Perchè? Perchè Elon Musk ha pensato anche a questo. Infatti, il prezzo elevato delle auto elettriche è dovuto al costo esorbitante della batteria. Dalla batteria del veicolo dipende tutto: l’autonomia di viaggio, la velocità massima, i tempi di ricarica. Per questo il costo delle speciali batterie al litio dei veicoli elettrici arriva a superare anche il 50% del costo totale del veicolo. Da qui i prezzi poco economici delle Tesla. Ma, come dicevo, Musk ci ha già pensato: grazie alla Gigafactory e allo sfruttamento di un’economia di scala, il costo delle batterie è destinato a scendere.

La Gigafactory è la fabbrica di batterie che Musk sta costruendo nel deserto del Nevada. Questa fattoria, lei sì e per davvero, potrebbe cambiare il futuro dell’auto elettrica proprio riducendo al minimo il costo della produzione di quelle batterie che sono il vero diamante dei veicoli ad emissione zero. La Gigafactory (grande come 100 campi da calcio, come 3 Central Park di New York, costata 5 miliardi di dollari) è il secondo edificio più esteso al mondo e secondo le previsioni di Musk abbasserà i costi delle batterie di più del 30%, rendendo i futuri modelli di auto alla portata di tutti. Perché, come Musk ha intuito, è proprio qui che sta il futuro: nella diffusione di massa e capillare, grazie all’abbassamento dei prezzi, delle auto ad emissioni zero.

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