Le emissioni di anidride carbonica delle auto ibride sono fino a due volte e mezzo superiori rispetto a quanto emerso nei test ufficiali.
A scoprirlo sono stati i ricercatori di Transport&Environment (T&E) e di Greenpeace dopo aver analizzato un database delle emissioni dei veicoli ibridi nel mondo reale.
Anziché emettere i presunti 44 grammi di Co2 per chilometro, come affermato da molti test ufficiali, la maggior parte delle auto ibride emette in realtà oltre due volte e mezzo questo livello.
Auto ibride: perché inquinano di più
Secondo i ricercatori di T&E il fatto che queste auto inquinino di più è dovuto a due fattori:
Il primo è che, spesso, le auto ibride non vengono caricate a sufficienza dai loro proprietari, mentre il secondo, e anche quello più sorprendente, è che queste auto non si muovono utilizzando soltanto la batteria, anche quando si trovano nella presunta modalità “a zero emissioni”.
I produttori di auto ibride, in genere, pubblicizzano i loro veicoli come meno inquinanti e capaci di emettere zero emissioni in tutti i contesti, inclusi in quelli urbani.
Tuttavia, la ricerca effettuata da T&E e Greenpeace, ha riscontrato che ciò è praticamente impossibile, anche per brevi distanze.
La posizione di T&E e Greenpeace
Il Governo Inglese, attualmente, si sta consultando per elaborare un piano con cui eliminare, in modo graduale, la vendita di automobili a benzina, a diesel e ibride.
T&E, per contro, ha appreso che, a causa delle pressioni esercitate dalle case automobilistiche, il governo potrebbe continuare a consentire la vendita di veicoli ibridi anche quando il divieto entrerà in vigore.
Nel corso della sua vita, un’auto ibrida nel 2020 emetterà fino a 28 tonnellate di Co2, rispetto ad un’auto a benzina o a diesel che emetterà rispettivamente tra le 39 e le 41 tonnellate.
Una nuova auto elettrica a batteria, d’altra parte, emetterà soltanto 3,8 tonnellate dell’elettricità che userà per tutta la sua vita.
Gli attivisti ambientali, per questo motivo, hanno dichiarato con fermezza che il governo non dovrebbe trattare le auto ibride come un’eccezione.
Hanno anche precisato che, stabilire una data per l’eliminazione graduale, non è sufficiente da sola per eliminare il problema.
Il Governo Inglese dovrebbe, inoltre, regolamentare l’industria automobilistica per incrementare le vendite di auto a zero emissioni.
Questa regolamentazione, secondo i ricercatori di Greenpeace, dovrebbe anche includere sanzioni per il mancato raggiungimento degli obiettivi.
Il capo della sede inglese di Greenpeace, Rebecca Newsom, ha dichiarato che le auto ibride sono i lupi dell’industria automobilistica travestiti da agnelli.
Certo, in apparenza potrebbero sembrare una scelta molto più rispettosa per l’ambiente, ma nei fatti le false affermazioni delle minori emissioni sono uno stratagemma usato dalle case automobilistiche per continuare a produrre SUV e motori a benzina e diesel.
Newsom ha dichiarato che, dopo anni di silenzio, è fantastico che il Governo Inglese stia considerando di anticipare il divieto di produrre nuovi veicoli a diesel e a benzina al 2030, perché farlo, in questo momento, è una delle mosse più lungimiranti da attuare per affrontare l’emergenza climatica.
Tuttavia ha anche sottolineato che, nel prendere una decisione così critica, i ministri non devono farsi ingannare dall’apparente sostenibilità delle auto ibride.
È imperativo, invece, che anche quest’ultime siano incluse nel divieto del 2030 e che venga inoltre fornito il supporto necessario per consentire agli addetti ai lavori di passare, il prima possibile, alla produzione di veicoli elettrici.
Auto ibride sì o no: la risposta del settore automobilistico
Il risultato dello studio non ha mancato di accendere feroci dibattiti tra i lavoratori del settore automobilistico.
Mike Hawes, amministratore delegato della Society of Motor Manufacturers and Traders, commentando il rapporto di Greenpeace e T&E, ha dichiarato che ci sarà sempre una differenza tra i test effettuati in laboratorio e l’uso nel mondo reale:
“Questo rapporto però è imperfetto, perché utilizza i dati di un regime di test delle emissioni che il governo e l’industria hanno abbandonato due anni fa a favore di un test WLTP più robusto e realistico.”
Inoltre, sottolinea Hawes, anche le cifre presunte del rapporto mostrano che le auto ibride forniscono una riduzione complessiva delle emissioni di oltre il 30% rispetto alla benzina e al diesel.
Le auto ibride forniscono anche una flessibilità che poche altre tecnologie possono ancora eguagliare, con un’autonomia estesa per i viaggi più lunghi , fuori città e l’alimentazione della batteria nelle aree urbane, riducendo le emissioni e migliorando la qualità dell’aria delle città.
La questione delle auto ibride quindi, malgrado il test condotto da Greenpeace e T&E abbia scoperto che siano molto più inquinanti rispetto a quanto dichiarato dai produttori, rimane aperta.