Un giorno dell’estate del 2013, Anirudh Sharma camminava tranquillo quando un dettaglio catturò la sua attenzione: delle macchie, macchie nere sul vestito di un amico: l’inquinamento atmosferico era così intenso che si era depositato sulla maglietta del compagno. Ad Anirudh venne un’idea: purificare e “riqualificare” quell’inquinamento, trasformarlo in inchiostro.
Anirudh Sharma è il fondatore di Air Ink, una startup indiana che si prefigge l’obiettivo di trasformare il particolato carbonioso prodotto dai gas di scarico dei veicoli a motore in inchiostro per pennarelli.
Con Air Ink, Anirudh e soci hanno l’intenzione di contribuire a diminuire gli effetti disastrosi dell’inquinamento: “Evitando che il particolato venga scaricato nell’aria, siamo in grado di prevenire gli effetti nocivi sulla salute associati all’inalazione del particolato stesso”, scrive il fondatore in una mail a Business Insider.
Come funziona Air Ink?
Grazie ad un dispositivo chiamato Kaalink che, attaccato alla marmitta, raccoglie la fuliggine prodotta dalla combustione di benzina, diesel e altri carburatori: una volta che il particolato è catturato dal dispositivo, grazie ad un processo industriale la fuliggine è trasformata in inchiostro.
In base al tipo di veicolo cui è attaccato il Kaalink, perciò in base a quanto è “sporco” lo scarico del veicolo, dipende la quantità di inchiostro prodotto: in media, sostiene Anirudh, 30 millilitri di Air-Ink corrispondono a circa 45 minuti di tempo di marcia.
Ogni Kaalink è riutilizzabile e filtra, secondo quanto affermato dalla compagnia, tra l’85% e il 95% delle emissioni prodotte dal veicolo. Inoltre l’intero processo – produrre il Kaalink, raccogliere la fuliggine, purificarlo dai metalli pesanti, creare attraverso il processo industriale l’inchiostro nero – è a emissione zero: ciò significa che Air-Ink cattura più emissioni di carbone dal veicolo di quante ne servano per produrlo: “Una unità di Kaalink attaccata ad una vecchia macchina Euro 3 dovrebbe diventare ad emissione zero dopo circa 200-300 chilometri”.
Ora, per quanto riguarda l’ideale del progetto, ossia migliorare la qualità dell’aria su scala globale, è ovvio che Air Ink non possa essere efficiente quanto la preferibile regolamentazione delle emissioni a livello legislativo. Questo tenendo in conto che il Kaalink non cattura le emissioni di quel gas, il diossido di carbonio, che è il più nocivo all’ambiente.
Nonostante ciò è pur vero che la fuliggine catturata dal dispositivo contribuisce a frenare quell’altra forma di inquinamento costituita dal PM 2.5.
Il PM (particulate matter, in italiano particolato sospeso) è l’inquinante che oggi è considerato il più presente e di maggiore impatto nelle aree urbane: è composto dalle particelle solide e liquide disperse nell’atmosfera, derivanti sia da sorgenti naturali quali polveri, incendi, sia da fattori antropici quali le emissioni prodotte dal riscaldamento domestico e, appunto, le emissioni dalla combustione interna dei veicoli a motore (automobili, aeroplani, navi).
Il numero che accompagna l’abbreviazione (2.5, nel caso del PM catturato da Air Ink) deriva dal diametro delle particelle considerate.
Il PM 2.5 è quel particolato così fine da poter penetrare profondamente nei polmoni, ed è perciò considerata una polvere toracica. In questo senso, sebbene Kaalink non possa aiutare nella cattura di alcuni tra i gas più disastrosi per l’inquinamento atmosferico e il cambiamento climatico, contribuisce a limitare i danni derivanti dall’emissione delle polveri sottili: “Il nostro progetto è di evitare che la fuliggine prodotta dai veicoli raggiunga i nostri polmoni. Il processo della creazione di Air Ink purifica attentamente i metalli pesanti e le particelle cancerogene dalla fuliggine o dal carbone. Gli inquinanti che avrebbero potuto essere nei polmoni di milioni di persone sono adesso pronti ad essere meravigliosi schizzi artistici”, sostengono i fondatori della startup indiana.
Anirudh Sharma, Kaushik e altri due compagni hanno lavorato per tre anni sul progetto, ricercando le tecnologie atte a purificare e riqualificare la fuliggine prodotta dai veicoli.
Nel 2014 la Fluid Interface research group è riuscita ad effettuare per la prima volta il processo di conversione del carbone residuo in inchiostro da utilizzare in cartucce.
Nel 2016, Air Ink è stato distribuito tra artisti di Hong Kong, città ad altissima concentrazione di inquinamento atmosferico.
L’idea era di disegnare murales in giro per la città, sia per testare il prodotto, sia per fare campagna pubblicitaria allo stesso.
Un artista ha ammesso che il prodotto è “geniale e merita una possibilità”.
Infine, nel 2017, il pennarello, in diversi formati, è stato lanciato sul mercato ed è ora disponibile per l’acquisto.