Ultimamente, si è sentito parlare, sempre con maggiore insistenza, di efficientamento e risparmio energetico e, altrettanto spesso, si è pensato, erroneamente, che ciò non interessasse da vicino ognuno di noi.
Infatti, accade spesso che quando si parla di energia, di consumi o anche di inquinamento, il cittadino comune glissi il discorso ritenendolo eccessivamente tecnico e lontano dalla propria sfera di conoscenze/interessi.
In realtà, il tema dell’efficienza energetica è più comune e semplice di quanto possa sembrare. L’efficientamento non è altro che l’insieme di operazioni e/o pratiche che permette di contenere e/o ottimizzare i consumi di un’attività, di un complesso aziendale, ma anche di un edificio pubblico o privato. In altri termini, l’efficientamento mira a conseguire il medesimo risultato, a livello produttivo o di necessità umane, con minori consumi energetici (ad esempio di energia elettrica e di gas naturale), comportando un risparmio economico e un minor inquinamento ambientale.
Tra gli interventi di efficienza energetica che più spesso vengono condotti su edifici privati ricordiamo: l’istallazione di illuminazione LED, la sostituzione di vecchie caldaie con modelli a condensazione o, ancora meglio, con pompe di calore, l’installazione di impianti solari termici e/o fotovoltaici e la coibentazione interna e/o esterna delle superfici verticali e orizzontali.
Ricordiamo, inoltre, che tali interventi, oltre a produrre un risparmio economico grazie a bollette meno salate, sono anche incentivati dallo Stato Italiano attraverso:
- l’EcoBonus, ossia un’agevolazione fiscale consistente in una detrazione (fino al 65%) sulle spese sostenute per la realizzazione degli interventi di efficientamento suddetti; si tratta di una detrazione di imposta lorda sull’Irpef o sull’Ires, a seconda che l’intervento sia effettuato da un contribuente privato o da un’società;
- il Conto Termico, ossia un incentivo riconosciuto dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) per interventi effettuati soprattutto dalle Pubbliche Amministrazioni, ma anche da imprese e privati, col fine di incrementare l’efficienza energetica e la produzione di energia termica da fonti rinnovabili.
La coibentazione
Ora concentriamoci sulla coibentazione.
Un efficace isolamento termico permette, durante i mesi invernali, di riscaldare l’ambiente domestico e mantenere il calore generato più facilmente, mentre, durante i mesi estivi, garantisce un buon salto termico tra l’esterno caldo e afoso e l’interno che si mantiene più fresco, anche senza l’ausilio di sistemi di climatizzazione.
In particolare, nei periodi più freddi dell’anno, si rischia spesso di far svanire, in men che non si dica, il tepore che avevamo ottenuto dopo numerose ore di accensione del nostro impianto di riscaldamento. Tutto questo perché il calore viene disperso verso l’esterno attraverso l’intero “involucro opaco”, ossia attraverso le pareti perimetrali, il soffitto e il pavimento.
Diventa, dunque fondamentale, e conveniente, coibentare adeguatamente i punti maggiormente dispersivi. Ma come?
Esistono diverse tecniche e materiali per ottenere una buona coibentazione, la cui scelta viene valutata per ogni singolo progetto, sulla base sia delle caratteristiche proprie dell’edifico sia della zona climatica in cui questo si trova.
I materiali adatti
Esistono diverse tipologie di materiali coibenti:
- materiali sintetici: poliestere, polistirene sinterizzato espanso o estruso (EPS o XPS), poliuretano espanso (PUR), polietilene espanso (PE);
- materiali minerali: lana di vetro, lana di roccia, argilla espansa, perlite espansa, vermiculite espansa;
- materiali vegetali: fibra di legno, fibra di cellulosa, fibra di canapa, fibra di lino, sughero.
Gli isolanti sintetici sono tendenzialmente più inquinanti, ma sono molto leggeri, resistenti e performanti. I materiali minerali hanno ottime proprietà di resistenza all’acqua e al fuoco. Infine, gli isolanti organici vegetali stanno spopolando nella bioedilizia e si contraddistinguono per buone proprietà, ridotto impatto ambientale, ma anche un prezzo abbastanza elevato.
Il potere coibente che ci garantisce il materiale scelto deriva dalla sua conducibilità termica e dallo spessore dello strato utilizzato: in particolare, è preferibile installare un elevato spessore di materiale dalla bassa conducibilità. Altre caratteristiche di cui tener conto sono: la tossicità (materiali atossici per l’uomo come gli isolanti naturali), la durevolezza (immunità da muffe e parassiti), l’ignifugicità e soprattutto il potere traspirante, ossia la resistenza alla diffusione del vapore, che tiene conto della facilità di portare alla formazione di pericolose condense.
Iniziamo dalle pareti
Le superfici più disperdenti sono le perimetrali che, non a caso, confinano con l’ambiente esterno. Per coibentare queste pareti possono essere applicate due metodologie: un cappotto esterno o un cappotto interno a seconda che lo strato isolante venga disposto sulle superfici esterne o interne dell’abitazione.
Il cappotto esterno è sicuramente la soluzione da preferire in quanto non riduce i volumi dell’abitazione, previene in maniera migliore la formazione di muffe e condense e i lavori per la sua realizzazione non disturbano gli inquilini. Risulta, però, una tecnica di più difficile applicazione nel caso di condomini, dove spesso viene sostituito o dalla posa di intonaci termoisolanti oppure, nei casi in cui non sia possibile intervenire in nessun modo sulla facciata, da cappotti interni o contropareti in cartongesso con intercapedine riempita di materiale isolante.
Va, comunque, evidenziato che per ottenere un efficace isolamento dei ponti termici, è sempre preferibile il cappotto esterno.
Passiamo al soffitto
Anche in questo caso si può agire sia dall’interno sia dall’esterno: nel primo caso si applicano pannelli isolanti all’interno della casa mentre nel secondo si creano i cosiddetti “tetto caldo” (strato isolante posto al di sopra del supporto strutturale e al di sotto della guaina impermeabile), “tetto rovescio” (ordine dell’isolante e della guaina invertito rispetto al tetto caldo), o “tetto freddo” (strato isolante impermeabilizzato che sovrasta una camera d’aria – tetto ventilato).
Qualora la propria abitazione sia stata realizzata con soffitti eccessivamente alti, il che comporta un’elevata dispersione del calore, la soluzione migliore può essere quella di realizzare controsoffitti, riducendo il volume dell’ambiente riscaldato e migliorando il comfort termico.
E infine il pavimento
Per la coibentazione del pavimento spesso vengono scelti feltri in legno o sughero, di spessore minore rispetto ai pannelli utilizzati per i cappotti, che garantiscono un buon isolamento sia termico che acustico.
Infatti, un buon modo per rinnovare velocemente le superfici calpestabili della casa è la posa di un pavimento flottante sopra la pavimentazione esistente con l’inserimento tra i due strati di un sottile tappetino isolante.
Non dimentichiamoci degli infissi
Anche le finestre, soprattutto se vecchie e usurate, possono essere una via preferenziale per la dispersione del calore. Nel caso si vogliano sostituire gli infissi, conviene puntare su tecnologie come:
- le finestre a taglio termico, in grado di evitare la trasmissione del calore per conduzione tra la faccia interna e quella esterna dell’infisso attraverso l’interposizione di materiale isolante;
- le finestre a vetrocamera con doppio o triplo vetro, le cui intercapedini sono riempite di gas nobili a bassa conducibilità termica come l’argon, il cripton o lo xenon;
- le finestre con vetri basso emissivi, rivestiti con uno strato di ossidi metallici che aiutano a limitare la perdita di calore dall’interno verso l’esterno;
- una combinazione delle tre tipologie precedenti.
Nel caso in cui non si voglia o non sia possibile sostituire le finestre esistenti, è possibile aggiungere un doppio infisso, tecnica che permette un buon isolamento termico e una buona protezione dagli spifferi.
Per un isolamento completo è necessario agire anche sui cassonetti degli avvolgibili inserendo uno strato di materiale isolante (spesso si ottiene anche un miglior comfort acustico).
Ulteriori accorgimenti
L’applicazione di pannelli isolanti e riflettenti dietro i radiatori permette di rinviare, verso l’interno dell’ambiente, l’energia irraggiata dal radiatore verso la parete, aumentando il calore a disposizione e riducendo l’energia dispersa verso l’esterno.
Al fine di garantire una migliore conservazione dell’energia termica è conveniente effettuare l’aerazione degli ambienti nelle ore in cui l’impianto termico non è in funzione ed evitare di aprire gli infissi esterni troppo spesso durante la giornata nei periodi freddi.