Nel profondo Texas, quello che nel nostro immaginario è il covo di petrolieri e industriali vecchio stampo, può sorprendere sapere che da novembre del 2017, l’energia elettrica prodotta dall’energia eolica ha superato quella che invece viene generata dal carbone.
Nonostante Trump, sin dalla sua elezione abbia deciso di voler portare in auge nuovamente il carbone, il Texas in controtendenza (per fortuna) prevede entro il 2019 un rifornimento completo di energia elettrica da eolico, eliminando totalmente il rifornimento da carbone.
Il percorso del Texas verso le rinnovabili e contro il rifornimento dal carbone, non è da solo. Anche gli altri stati secondo Bloomberg New Energy Finance si stanno dirigendo questa direzione.
Infatti, gli Stati Uniti molto probabilmente nel 2040 riusciranno a dimezzare sull’intero territorio il rifornimento da carbone, rispetto a quello attuale.
L’energia eolica supera il carbone: si va verso il 2019
Il secondo posto come principale mezzo di rifornimento energetico delle fonti eoliche arriva in Texas, grazie alla messa in funzione nel mese di novembre del 2017 di un nuovo mega impianto da ben 155 megawatt.
Questo è stato realizzato nel Texas occidentale, in questo modo si è potuto aumentare l’apporto di energia eolica a tutto lo stato. La capacità eolica si è innalzata e ha portato lo stato così a superare in totale i 20 mila megawatt.
Grazie alla produzione di 20 mila megawatt è possibile alimentare ben quattro milioni di case texane, al momento invece la produzione elettrica di carbone si ferma solo a 19.800 megawatt, quindi poco inferiore rispetto a quella dell’energia elettrica.
Secondo i ricercatori dell’Energy Institute dell’Università del Texas ad Austin nel 2019, l’eolico può essere in grado di generare maggiore energia rispetto a quella che viene prodotta dalle centrali a carbone.
Crescono le energie rinnovabili e chiudono gli impianti fossili
In Texas, l’utility che controlla il 90% della rete elettrica del paese e che fornisce l’energia elettrica a 24 milioni di utenti, ha deciso di fornire energia prevalentemente da fonti eoliche.
Naturalmente al momento utilizza ancora il gas naturale e il carbone, ma in dieci anni è passato da un 2% derivante da fonti eoliche a un 15%.
Questo sta portando così a diminuire e chiudere sempre più centrali a carbone per permettere in controtendenza l’apertura di centri sempre più grandi di energia eolica.
In Texas le comunità cercano di ripartire da istruzione e rinnovabili
Dopo la crisi nera delle centrali di carbone, il Texas ha deciso di investire sempre di più nelle rinnovabili. A novembre uno dei maggiori produttori di energia proveniente dal carbone, con sede a Dallas, ha annunciato che ci sarà la chiusura di ben tre centrali elettriche a carbone.
La chiusura di queste centrali, purtroppo ha portato a perdere il lavoro a ben 800 persone, sopratutto dopo la chiusura delle miniere di carbone.
Sicuramente la crisi del carbone, positiva per l’ecosistema, sta portando anche delle pecche: ossia un tasso di disoccupazione più alto. La perdita dei posti di lavoro, però potrebbe essere evitato se si propone a coloro che lavorano nelle aziende del carbone di seguire un corso di formazione per l’impiego degli strumenti per le rinnovabili.
In questo modo con la riconversione delle centrali di carbone in centrali rinnovabili, si eviterebbero troppi licenziamenti, e anzi si potrebbe accrescere il bisogno di manodopera.
In diverse zone degli Stati Uniti, al fine di evitare ulteriori licenziamenti si sta cercando di uscire da un’uscita mono settoriale. Per questo motivo è possibile stimolando la nascita delle imprese e per questo motivo si cerca di ridare vigore all’economia rurale.
In queste aree si sta puntando sull’istruzione delle nuove generazioni, in questo modo i giovani possono ottenere una possibilità d’interfacciarsi in questi nuovi mercati. Istruendo i giovani è possibile così riuscire a dare lavoro non solo in un unico settore, ma anche in settori innovativi come quelli dell’energie rinnovabili.