La Svezia ha spento la sua ultima centrale a carbone due anni prima del previsto, diventando il terzo paese europeo ad abbandonare completamente il carbone dopo il Belgio, che aveva chiuso la sua ultima centrale a carbone nel 2016, e l’Austria, che ha portato a termine le sue ultime operazioni energetiche a carbone all’inizio di aprile 2020.
Lo stabilimento di Vartaverket, a Hjorthagen, nella parte orientale di Stoccolma, era di proprietà della Stockholm Exergi, una società appartenente alla città di Stoccolma e che ha descritto la chiusura dello stabile come “l’inizio di una nuova era” per l’energia pulita in Svezia.
La mossa, attuata in anticipo, dovrebbe ridurre più della metà delle emissioni di Co2 da parte dell’azienda entro l’inizio del 2021.
Energia pulita: la Svezia è sulla buona strada
La capitale svedese è sulla buona strada per quanto riguarda il suo teleriscaldamento, che sarà prodotto interamente da energia rinnovabile o riciclata entro il 2030.
Il teleriscaldamento, che viene utilizzato in molte città europee, fornisce una maggiore efficienza in termini di energia e meno inquinamento rispetto alle caldaie localizzate in ogni abitazione.
Anders Egelrud, amministratore delegato di Stockholm Exergi, parlando dello spegnimento dell’ultima centrale a carbone di Stoccolma, ha dichiarato:
“Questo impianto ha fornito calore ed elettricità agli abitanti di Stoccolma per molto tempo. Oggi però sappiamo che dobbiamo smettere di usare tutti i combustibili fossili e, di conseguenza, anche il carbone dev’essere gradualmente eliminato. E noi lo stiamo già facendo da molti anni e da ben prima del piano originale.”
Anders Egelrud: “Per arrivare a questo risultato, abbiamo fatto enormi cambiamenti.”
Continuando il suo intervento, Egelrud ha inoltre aggiunto:
“Poiché 30-40 anni fa Stoccolma era quasi totalmente dipendente dai combustibili fossili, abbiamo fatto enormi cambiamenti e ora stiamo facendo un passo avanti dalla dipendenza del carbonio e continuando il nostro viaggio verso un sistema energetico interamente basato su energia rinnovabile e riciclata.”
Stockholm Exergi, in precedenza, aveva affermato che avrebbe mirato a terminare le sue operazioni di carbone a Hjorthagen nel 2022, anche se aveva già ridotto significativamente la sua produzione nell’autunno del 2019.
L’inverno più mite del previsto ha però portato ad una riduzione della domanda di elettricità, e di carbone, quindi apparentemente è stata presa la decisione di chiudere presto l’intera centrale a carbone invece di aspettare altri due anni:
“L’impianto di cogenerazione a carbone KVV6 di Vartaverket era in funzione e forniva calore ed elettricità a Stoccolma dal 1989. Adesso però è chiuso e non sarà mai più riaperto.”
Francia e Slovacchia, come pure il Portogallo, il Regno Unito, l’Irlanda e l’Italia, dovrebbero seguire ben presto l’esempio del Belgio, dell’Austria e della Svezia e abbandonare il carbone entro il 2025 o addirittura prima.
Kathrin Gutmann, direttrice generale della campagna europea Beyond Coal, di recente ha rilasciato questa dichiarazione alla rivista di settore PV Magazine:
“Con la Svezia che ha abbandonato il carbone nella stessa settimana dell’Austria, la traiettoria al ribasso del carbone in Europa è ormai chiara.”
Sullo sfondo della grave crisi sanitaria, ed economica, che l’Europa sta affrontando, lasciarsi il carbone dietro le spalle per abbracciare le energie rinnovabili, è la decisione giusta.
E come sottolineato da Gutmann:
“Ci ripagherà in natura con un miglioramento della salute, della protezione del clima e dell’adozione di economie più resilienti.”
Abbandono del carbone: la Germania resta con la maglia nera
La Germania, al contrario di quello che sta avvenendo negli altri Paesi europei, per il momento resta significativamente indietro rispetto alla curva di coloro che hanno già abbandonato il carbone o che hanno in programma di farlo negli anni successivi.
I suoi piani attuali, che devono essere ancora legiferati, prevedono un’uscita del carbone entro il 2038, una chiara violazione nei confronti del Trattato sul Clima di Parigi.