Ci sono parole che nel corso degli anni sono entrate a far parte del nostro linguaggio comune a forza di sentirle nominate ancora e ancora nei telegiornali.

Una di queste è la parola bond che, citando Wall Street Italia riguarda: “titoli di debito emessi da società ma anche da enti pubblici che conferiscono al possessore il diritto di rimborso per una qualsiasi somma di denaro prestata all’emettitore più gli interessi maturati.”

Sono, in parole semplici, dei contratti finanziari di durata prestabilita (a meno che non si parli di obbligazioni perpetue) emesse da istituzioni alla ricerca di fondi. Chi emette un’obbligazione è il debitore mentre chi le sottoscrive o le acquista rappresenta il creditore.

Come funziona un bond? Il creditore dà i propri soldi a chi emette l’obbligazione e, una volta scaduta, questi saranno restituiti maggiorati di una certa somma aggiuntiva (interessi).

Il debitore che emette il bond utilizza i soldi degli investitori nella speranza che questi fruttino abbastanza da avere fondi sufficienti da restituire ai creditori una volta che l’obbligazione sarà scaduta.

Oggi sta spopolando però un altro tipo di obbligazione: i green bond. Letteralmente sono delle obbligazioni verdi che stanno registrando una crescita esponenziale di emissioni nel corso di questi ultimi anni. Cosa sono e perché stanno conquistando una fetta così importante di mercato?

Cosa sono i green bond?

Per la definizione di green bond ci affidiamo a borsaitaliana.it: “I Green Bond permettono infatti di finanziare vari tipi di progetti con caratteristiche di sostenibilità ambientale, come il trattamento dell’acqua e dei rifiuti, iniziative legate alla prevenzione e controllo dell’inquinamento, infrastrutture per i trasporti, tra cui le ferrovie centrali eoliche e più in generale iniziative legate all’utilizzo sostenibile dell’acqua o all’edilizia eco-compatibile, per citare qualche esempio”.

Sono, quindi, degli strumenti finanziari particolari legati a progetti che hanno un impatto positivo per l’ambiente. Chi emette un green bond non cerca denaro per un investimento generico ma punta a finanziare progetti legati a temi come sostenibilità ambientale o transizione energetica.

Sono 4 le caratteristiche principali che differenziano il green bond dalle obbligazioni tradizionali:

  • Selezione del progetto da finanziare o rifinanziare
  • Proventi vincolati al progetto selezionato; il denaro deve essere depositato su conto vincolato o trasferito in un portafoglio specifico
  • Rendicontazione dell’utilizzo dei proventi (da effettuare almeno una volta l’anno)
  • Revisore esterno che certifica documenti e obiettivi

Che numeri hanno raggiunto?

Secondo quanto raccolto da Bloomberg, nel 2020 le emissioni di obbligazioni sostenibili hanno raggiunto i 732,1 miliardi di dollari con un aumento del 29% rispetto al 2019.

A giugno 2021, inoltre, il totale del denaro preso in prestito con destinazioni dichiarate all’ambiente ha superato i 3.000 miliardi di dollari complessivi.

Secondo una previsione dell’agenzia di rating Moody’s le obbligazioni verdi rappresentano oggi circa il 10% del totale delle emissioni bond del 2021.

Cosa rende così interessante i green bond? Oltre alla necessità d’investimento, ciò che fa davvero la differenza è la garanzia di un denaro che viene utilizzato per la realizzazione di opere che tutelano e rispettano l’ambiente.

Btp Green

Anche il governo italiano, dopo mesi di preparazione, ha “lanciato” i suoi primi titoli di stato chiamati Btp Green. Finora c’è stata un’unica emissione che risale al 2 marzo 2021 (scadenza 30 aprile 2045) con un valore complessivo di 8,5 miliardi di euro remunerati a un tasso annuo dell’1,50%.

Il denaro ricavato sarà utilizzato per le spese statali a positivo impatto ambientale nel rispetto della Tassonomia dell’Unione Europea che regola in maniera stringente queste obbligazioni.

A questo scopo, la Commissione definisce con il termine “obiettivo ambientale” un elenco tassativo di sei elementi:

  • Mitigazione dei cambiamenti climatici
  • Adattamento ai cambiamenti climatici
  • Uso sostenibile e protezione delle acque e delle risorse marine
  • Transizione verso un’economia circolare
  • Prevenzione e riduzione dell’inquinamento
  • Protezione e ripristino di biodiversità ed ecosistemi

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