Come altri paesi in tutto il mondo anche la Svizzera sta per mettere in atto la sua strategia dedicata all’energia finalizzata all’impiego delle rinnovabili come fonte principale entro il 2050.
La sua strategia green prevede diversi modi per promuovere le fonti rinnovabili, oltre alla promozione di fonti di energia verde, si cercherà negli anni anche d’incentivare la riduzione dei consumi sul fronte energetico sia in termini termici sia elettrici.
Il Consiglio federale ha approvato un pacchetto di leggi, entrato in vigore il 1 Gennaio del 2018.
Questo pacchetto è stato approvato grazie a un referendum popolare che si è tenuto nel maggio del 2017 e che ha riscontrato un grande successo tra tutti gli abitanti della Svizzera. Vediamo, quali sono le principali novità introdotte dalla politica svizzera per l’energia green!
Energie rinnovabili in Svizzera: il piano d’attuare entro il 2050
Uno dei primi obbiettivi della politica svizzera è l’eliminazione progressiva dell’approvvigionamento elettrico e termico da fonti nucleari e combustibili fossili entro il 2050. Questa manovra politica non solo vuole il più possibile distaccarsi dall’impiego di fonti dannose per l’ambiente, ma vole anche riportare l’uso pro-capite dell’energia a un livello pari a quello degli anni ’60.
Quindi, la Svizzera vuole diminuire l’uso dell’energia elettrica domestica e industriale, però senza scendere a compromessi che potrebbero determinare una compromissione del benessere materiale della sua popolazione.
L’Ufficio federale dell’energia, chiarisce in merito all’uso dell’energia atomica che: Non saranno rilasciate nuove autorizzazione di massima per permettere la realizzazione di nuove centrali nucleari, né sarà possibile richiedere di apportare modifiche di ampia portata sulle centrali esistenti.
In questo modo, il governo svizzero spera che le leggi e le ordinanze permettano di investire maggiormente sui rifornimenti energetici provenienti da fonti rinnovabili. Questa decisione è stata presa principalmente a fronte della preservazione e tutela del paesaggio e della natura che caratterizza le regioni svizzere.
Quali sono gli impianti di energia rinnovabile considerati d’interesse pubblico?
Secondo la nota rilasciata dal governo, le fonti rinnovabili devono produrre almeno un tot di energia elettrica l’anno per essere considerate d’interesse nazionale, e impiegate anche a discapito di piccole porzioni del territorio svizzero.
Ad esempio, gli impianti eolici sono considerati ottimali per gli interessi nazionali, solo se riescono a garantire la produzione di almeno 20 GWh all’anno. Le nuove centrali idroelettriche, invece devono garantire la produzione di minimo 10 GWh l’anno. Le centrali idroelettriche esistenti, dovranno comunque mettersi a pari, rinnovando e ampliando i loro impianti.
Solo garantendo una buona produzione di energia da fonti rinnovabili è possibile riuscire nel tempo a sopperire all’impiego di fonti fossili e nucleari nel corso degli anni.
Inoltre, al fine di finanziare queste nuove fonti di energia, ci sarà un supplemento di rete. Questo supplemento prevede il passaggio dal pagamento di 1,5 franchi svizzeri a 2,3 per ogni Kwh.
Incentivi e misure introdotte per la nuova strategia green
Tra i vari mezzi di rifornimento energetico green impiegati in Svizzera, sicuramente il fotovoltaico è quello che al momento detiene i migliori risultati.
Una delle lobby elvetiche di questo settore è la Swiss Solar che si ritiene al quanto soddisfatta delle nuove misure introdotte dallo stato. Infatti, tra gli incentivi proposti nel nuovo pacchetto c’è la cosiddetta remunerazione unica, che permette a tutti coloro che aprono un’impianto di rientrare del 30% sui costi totali dell’investimento.
Inoltre, molti dei provvedimenti attuati dal governo sono volti a favorire l’autoconsumo energetico con l’impiego di nuove tecnologie specifiche come la diffusione di contatori intelligenti, la generazione distribuita e i raggruppamenti di utenze.
L’energia elettrica che proviene da fonti rinnovabili e che viene immessa nella rete in modo decentrato, dunque, darà remunerata a un prezzo pari ai costi che il gestore evita di sostenere per l’acquisizione di un’analoga quantità di energia.