La situazione in Africa
Quando si parla di turismo in Africa, l’argomento è di difficile trattazione.
Dipende poi cosa noi intendiamo per Africa: quella del centro, che comprende Camerun, Congo, ma ad esempio anche il Senegal ad ovest e il Kenya ad est; poi c’è l’Africa del Nord, con Egitto, Tunisia e Marocco, paesi molto differenti per cultura e tradizione rispetto a quelli elencati precedentemente.
Il Sudafrica è invece quasi una nazione esterna all’Africa, in quanto ha vissuto l’esperienza dell’Apartheid.
Il Madagascar è un’isola che si trova difronte proprio alla Repubblica Sudafricana e che dev’essere un vero paradiso per gli ecoturisti.
Le caratteristiche del continente
Il continente, essendo molto vasto, è attraversato sia da fasce climatiche temperate sia da quelle tropicali, nell’ambito delle quali troviamo 4 diversi climi:
- Il clima della foresta tropicale, che si trova fra i tropici a cavallo dell’Equatore, è molto caldo e umido e non si trovano molte variazioni tra le stagioni.
- Il clima della prateria, che si registra prevalentemente in determinate zone del Sud Africa, varia con le stagioni caratterizzandosi in inverni molto freddi ed estati molto calde.
- Chiaramente il clima del deserto, presente nel Sahara a nord-ovest e nel Kalahari a nord-est, è un clima arido con cambiamenti termici tra le due fasi del giorno molto forti,
- Il clima equatoriale è costantemente abbastanza caldo, dato che la temperatura media oscilla tra i 26 e i 28 °c. In questa zona si rileva una elevata piovosità (circa 1500 mm annuali che si differenziano nelle stagioni, che sono generalmente due: quella calda e quella delle piogge).
Tradizionalmente la cultura Africana si basa essenzialmente sui concetti della famiglia e del gruppo etnico. C’è molta partecipazione nella risoluzione dei problemi delle comunità locali, tanta filantropia e generosità tra gruppi sociali.
Le arti tradizionali inoltre servono a rafforzare i modelli sociali e religiosi, capeggiati dall’Islam moderato. In passato la cultura europea influenzò molto l’Africa sotto diversi aspetti, ma si rifiutò di conoscere la cultura locale.
L’Apartheid, cioè la politica di segregazione razziale istituita nel secondo dopoguerra dal governo di etnia bianca del Sudafrica, è l’emblema di tutto questo, ed è rimasta in vigore addirittura fino al 1994.
Oggi i governi del continente tendono a conservare la cultura locale anche se influenzata dalle mode occidentali sebbene quest’ultime, attraverso film, radio, televisione e sopratutto per colpa dei viaggiatori disattenti, abbiano influenzato soprattutto i giovani.
Nella fascia equatoriale, calda e umida, si sviluppa come detto la foresta equatoriale. Però per colpa dell’uomo, che ha modificato la distribuzione degli ambienti originari (anche con i pascoli e le coltivazioni intensive), questa è quasi scomparsa: la sparizione di questo ecosistema sta avvenendo lungo le coste del golfo della Guinea e del Madagascar.
La distruzione della foresta mette inoltre in pericolo l’esistenza di alcuni animali come il gorilla di montagna e l’ippopotamo nano. Ai margini di quel che resta della foresta equatoriale, vi è la savana che avanza di anno in anno e, allontanandosi ancora dall’equatore, la stessa lascia il posto ad un ecosistema ancora più ostile: la steppa.
Come se non bastasse, anche la caccia ha provocato l’estinzione di varie specie animali come il leone del capo o la quagga (zebra della steppa). Una delle più clamorose estinzioni che si ricorda è quella del dodo, un grande uccello che viveva alle Mauritius, incapace di volare e sterminato nel XVII secolo dai marinai europei e dagli animali domestici da loro introdotti.
Fortunatamente però, l’Africa, data la bassa densità di popolazione, possiede delle aree sterminate dove ancora oggi gli ambienti naturali sono abbastanza ben conservato e dove vivono i grandi mammiferi come l’elefante, il rinoceronte, la giraffa, la zebra, il leone ed il ghepardo.
Per proteggere il loro patrimonio naturale, alcuni stati dell’Africa nera hanno creato dei vasti parchi nazionali: è il caso per esempio del Kenya, della Tanzania, della Namibia e del Botswana.
E’ compito di chiunque voglia esplorare e vivere un’esperienza speciale in questo luogo, che è definito la culla dell’umanità, compiere dei viaggi che non facciano eccessiva pressione sugli ecosistemi naturali ma che in particolar modo incentivino alla conoscenza e alla protezione della natura e degli animali.
Esempi di ecoturismo
Scandagliano tra diverse fonti d’informazione, abbiamo selezionato 3 differenti mete africane nelle quali le attività da svolgere sono ecocompatibili con l’ambiente circostante, cercando di svariare il più possibile in termini di clima, società e cultura.
Nel sud del Madagascar
Vogliamo iniziare proprio dall’isola del Madagascar, in quanto ci affascina più di tutte.
E’ la meta naturalistica per eccellenza: milioni di anni di isolamento dal continente africano uniti all’assenza di grandi predatori e dell’uomo (arrivato appena 2 mila anni fa) hanno permesso l’evoluzione botanica e faunistica come in un mondo a parte.
Sono endemiche, cioè originarie ed esclusive dell’isola, l’80% delle piante, quasi tutti i mammiferi, la metà delle specie di uccelli e il 97% delle varietà di rettili e anfibi.
E’ anche la terra del maestoso baobab: la gigantesca pianta africana che nell’isola è presente in sette varietà (contro una sola nel continente) e raggiunge i 35 metri d’altezza del tipo Adansonia madagascariensis.
L’incontro con la società del posto è affascinante. I Vezo, pescatori nomadi del sud del Madagascar, una tribù di gente dalla pelle nerissima che la leggenda vuole abbia avuto origine dall’unione di un uomo con un essere metà donna e metà pesce, vengono definiti nomadi perché è loro costume seguire l’andamento della costa alla ricerca di prede per diversi giorni, trascorrendo la notte su isole e spiagge al riparo delle loro vele quadrate trasformate in tende.
Un lembo di Madagascar particolarmente lussureggiante è la penisola di Lokaro, quello che si può ammirare tra i laghi, le paludi, le foreste, i prati e le spiagge, lo potete trovare solo qui (cercate un po di immagini, non ve ne pentirete).
Spedizione nel Sahara algerino
Nonostante il difficile periodo storico che si registra in prossimità della regione, il deserto del Sahara rappresenta uno dei più affascinanti luoghi che esistono sulla faccia della Terra.
Qua, è obbligatorio essere scortati da una guida esperta, perché solo i Tuareg hanno osato sfidare l’immenso vuoto di questo landa infinita.
Il posto più bello da visitare e vedere è probabilmente Djanet, l’oasi che per secoli rappresentò il crocevia delle carovaniere che collegavano le città arabe del nord del continente all’Africa Nera, composta da circa 30.000 palme.
La valle racchiusa fra le montagne d’arenaria del Tassili e colline di roccia granitica ospita la bellissima Mosquée de Azelloua troneggia sulla cittadina del deserto e vari concerti notturni ispirati da musiche arabeggianti vi terranno volentieri svegli.
Il popolo autoctono dei Tuareg, una popolazione berbera di razziatori e guerrieri che controllava il percorso delle carovane nel deserto per depredarle, sconfitti dai francesi durante l’epoca coloniale, hanno cambiato stile di vita, ma le loro tradizioni positivi non sono andate però smarrite.
Se si ha la fortuna di esplorare il deserto nel momento giusto nell’anno lo si scopre partecipando alla Sebiba, una grande festa Tuareg che coincide col Capodanno musulmano.
Emozionante è poi l’escursione notturna a Tin Mertouga: le gigantesche dune color mattone del posto, alte fino a 200 metri vengono scalate fino in cima per poi lasciarsi ispirare da un cielo stellato come difficilmente si vede da altre parti.
Il mattino poi si percorre la pianura a piedi per scoprire le orme dello sciacallo, ci si riarrampica sulla cresta più alta, spaziando sull’orizzonte infinito, e poi ci si lascia rotolare nella sabbia ritornando un pò bambini.
Il Senegal, la porta dell’Africa Nera
Il Senegal è un paese in cui ogni angolo ricorda al turista le tradizioni legate a musica e magia.
Di piccole dimensioni ma ricco di storia e di etnie, ha però una popolazione che convive pacificamente pur appartenendo a differenti gruppi etnici, nonostante possa raccontare di aver visto avvenimenti spesso drammatici.
E’ il caso dell’lle de Gorée. A venti minuti circa dal porto di Dakar, sorge questa piccolissima isola che assunse un ruolo importante ai tempi del triste commercio degli schiavi.
Visitarla è d’obbligo per entrare a contatto con una realtà che fortunatamente non esiste più, ma che ha sconvolto un intero continente. E’ allo stesso tempo un luogo affascinante, zeppo di vecchi edifici dai colori pastello.
Ci vive una piccola comunità senegalese e nelle sue viuzze ombreggiate e silenziose, non circolano mezzi a motore. Il luogo ideale per passare una giornata a conoscere la storia e viverla dall’interno!
Sempre non lontano dalla capitale, si trova un particolare lago le cui acque sembrano colorate artificialmente di rosa, il Lago Retba.
Questa colorazione particolare è dovuta alla presenza di un batterio alofilo, cioè amante del sale, che in queste acque è assai presente e che contiene degli speciali pigmenti rosastri che danno questo effetto ottico.
Non sempre si ha la fortuna di vedere nettamente il colore rosa all’interno del lago, ma vale la pena arrivare in questo posto anche solo per osservare la vita delle comunità che vivono sulle sponde del lago.
Immancabile per un turista che vuole entrare nel cuore del posto che visita è il mercato artigianale di Suombedioune. Una vera e propria sfilza di oggetti realizzati a mano da esperti lavoratori vi attrarranno in tal modo da non riuscire a tornare a casa senza aver acquistato almeno un souvenir.
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