Nel mondo dei trasporti è crescente l’interesse per un servizio a emissioni zero. Se per le automobili il boom degli ultimi anni è notevole, grazie anche agli investimenti delle case automobilistiche in vetture ibride o 100% elettriche, nel mondo dei “veicoli del cielo” la strada sembra leggermente più complicata.

Per i più ottimisti, il primo volo “pulito” potrebbe decollare nel giro di 4 anni mentre i realisti hanno indicato la data del 2035. Che sia qualche anno o un decennio, nel settore la differenza conta praticamente nulla.

I progetti sono in moto e gli ingegneri sono già al lavoro per studiare come far funzionare un settore che dovrebbe sfruttare l’idrogeno al posto del kerosene accantonando, per il momento, l’idea dei viaggi con aeromobili elettrici.

Secondo Grazia Vittadini, Chief Technology Officer di Airbus fino al 30 giugno, nel 2019 il settore aereo ha emesso 918 milioni di tonnellate di anidride carbonica e l’85% ha avuto come fonte inquinante i voli passeggeri.

Come si evince da questi dati, usare i biocombustibili non basta perché bisogna puntare su una tecnologia che tagli di netto le emissioni per soddisfare le richieste dei governi sempre più attenti al tema della sostenibilità.

I progetti

Airbus, alcuni mesi fa ha presentato tre prototipi nell’ambito del progetto chiamato “ZEROe”: un aereo a turboelica per i collegamenti regionali, uno a turboventola e un jet di nuova concezione per i viaggi medi.

La caratteristica che accomuna questi tre aerei è il fatto di essere alimentati completamente da idrogeno liquido. Secondo quanto riferito da Vittadini, come raccolto dalle colonne di Repubblica, Airbus conta di lanciare il primo prodotto alimentato a idrogeno nel 2035: “Ora siamo nella fase di ricerca e dimostrazione con serbatoi che contengono l’idrogeno liquido 2-3 volte superiore la pressione atmosferica”.

Per poter stoccare l’idrogeno all’interno del velivolo serve un sistema criogenico, per questa ragione Airbus sta lavorano su serbatoi non più alari ma nella fusoliera.

L’idrogeno liquido ha una densità tripla rispetto a quella del kerosene, di conseguenza ha una migliore efficienza e richiede meno carburante per percorrere lo stesso tragitto.

Secondo le stime, si dovrebbe arrivare a un taglio dei consumi del 65-70% rispetto a un velivolo classico, il tutto senza considerare l’aspetto ambientale con la combustione dell’idrogeno che andrebbe a produrre scie di vapore acqueo.

I nuovi Airbus hanno bisogno di serbatoi più grandi di quelli attuali, ma per non sacrificare spazio o numero di sedili, questi dovrebbero essere modificati a partire dall’ala e dai materiali.

Vittadini ha detto la sua anche sui progetti riguardo l’aereo elettrico: “C’è un problema di forte limitazione delle batterie per velivoli con più di 10 persone. Su un Airbus A320 con 180-186 sedili, pur utilizzando batterie trenta volte più potenti, si potrebbe trasportare un terzo dei viaggiatori per meno della metà del percorso: per le compagnie non è conveniente.

Il kit per riconversione della Universal Hydrogen

Tra le compagnie più attive (e più audaci) in tema di voli a idrogeno c’è la Universal Hydrogen, una start-up della California che ha firmato lettere d’intenti con 3 compagnie per convertire 15 aerei di linea.

Il “kit di conversione” della società americana ricorre ai moduli di idrogeno intercambiabili che ricordano molto il funzionamento delle cialde di caffè riciclabili.

Per la Universal Hydrogen, il primo volo commerciale è previsto entro il 2025, circa 10 anni d’anticipo rispetto al progetto Airbus.

Secondo l’azienda californiana, l’unico ostacolo è rappresentato dall’infrastruttura necessaria che dovrebbe essere superato, comunque, con gli investimenti in una rete di distribuzione del carburante che collegherà direttamente gli impianti di produzione agli aeroporti sfruttando la rete già esistente. L’idrogeno verrebbe trasferito in stato liquido gassoso attraverso le capsule.

Insomma, in un mondo sempre più orientato verso la sostenibilità i progetti di Airbus e Universal Hydrogen rappresentano un primo passo a supporto di un obiettivo complicato ma estremamente ambizioso.

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