Negli ultimi anni la città di Copenaghen è cresciuta e migliorata sotto molteplici aspetti, fino a diventare un modello ideale per tutte le altre capitali, europee e non. Non a caso, nel 2014, la città è risultata vincitrice del premio “European Green Capital”.
Copenhagen ha vinto questo premio grazie alla drastica diminuzione delle emissioni di CO2 e all’altissimo grado di soddisfazione dei cittadini legato al tenore di vita (97%). Il raggiungimento di questo obiettivo ha richiesto sforzi sia da parte dei cittadini che da parte dell’amministrazione locale.
In particolare, quest’ultima ha attuato iniziative tali da rendere la città più pulita, efficiente e soprattutto più ecologica, il che ha portato gli abitanti a beneficiare di una qualità della vita superiore.
La Danimarca è stato uno tra i primi stati ad attuare una legislazione ambientalista. Da più di 20 anni ogni iniziativa, progetto o costruzione edile è stata concepita in rapporto all’impatto ambientale che genera.
Riassumiamo le principali iniziative adottate dalla capitale danese.
Innanzitutto il diffuso uso delle bici. Vivere a Copenaghen è come vivere in sella a una bicicletta. Tutti ne hanno una e tutti la usano per qualsiasi spostamento: per andare a lavoro, per accompagnare i bambini a scuola o per uscire la sera il mezzo più usato è sempre questo. Da anni l’amministrazione danese concentra le sue energie e le sue risorse per migliorare le infrastrutture dedicate ai ciclisti piuttosto che quelle per le automobili. Nella sola capitale e nelle zone limitrofe, si contano più di 350 chilometri di piste ciclabili.
Il passaggio dall’utilizzo dell’auto a quello della bici potrebbe sembrare impensabile, soprattutto per un italiano. A Copenaghen invece non è stato così difficile, dato che la città stessa si è adeguata alla sensibilità ecologista dei cittadini, costruendo sempre più strade ciclabili e agevolando la mobilità di chi opta per il mezzo a due ruote.
Oltre all’ampliamento della rete infrastrutturale, il comune ha messo a disposizione un sistema di free city bike, nonché un circuito di bike sharing gratuito per cittadini e turisti, attivo già dal 1995. Per usufruirne è sufficiente inserire una moneta per poi riaverla indietro a fine percorso presso un punto di consegna. Esattamente come funziona in Italia con i carrelli della spesa, con la differenza che in questo caso si tratta di un mezzo di trasporto.
Anche per i turisti è molto comodo visitare la città pedalando: infatti oltre il bike sharing messo a disposizione dal comune, affittare una bici è conveniente e facile, considerando che è possibile usufruirne anche solo per qualche ora. La città di per sé non è molto grande (copre un’area di 74,4 km2) ed essendo le principali attrazioni concentrate nel centro, visitarla in bici è il modo più economico e veloce per godersi la città come un vero danese.
Copenaghen si è posta come obiettivo quello di diventare una città “carbon neutral” entro il 2025. I presupposti ci sono tutti e a questi si aggiunge il piano strategico PLUSnet ormai in azione da qualche anno. Si tratta di un programma di pianificazione stradale atto allo sviluppo della cosiddetta slow mobility. Alle piste ciclabili esistenti se ne aggiungeranno di nuove dotate di semafori e segnali (ad esempio punti luci annegati nel corpo stradale) per garantire una viabilità sicura e veloce per tutti i ciclisti. Il progetto rappresenta sicuramente un modello da cui prendere spunto. Più precisamente PLUSnet si basa su quattro punti:
- Riprogettazione: la città è pensata in base alle esigenze dei ciclisti e dei pedoni. Il fine è proprio quello di modificare la mobilità in una sola direzione, la bici.
- Comfort: si vogliono integrare, tra le nuove piste ciclabili, ulteriori parcheggi e concentrare gli esercizi commerciali e le aziende commerciali nelle zone limitrofe.
- Travel time: si prevede una diminuzione del 15% del tempo di percorrenza degli itinerari metropolitani in parallelo a un incremento dell’informazione sul traffico per mezzo di aggiornamenti in tempo reale del servizio e-bike.
- Sense of security: con il fine di migliorare la sicurezza, è stato programmato un ampliamento delle carreggiate e il miglioramento della segnaletica stradale orizzontale.
Il progetto mira a portare alla città benefici di diverso tipo:
- ambientale: riduzione dell’inquinamento acustico e atmosferico (emissioni di CO2 pari a 90,000 tons/anno)
- sociale: calo dei costi sanitari per ciclista pari a 1$/km percorso;
- economico: in virtù della diminuzione dei tempi di percorrenza dei lavoratori, cresce la produttività economica nelle aziende.
Per il 2025 si prevede che altri cinquantamila cittadini utilizzeranno la bicicletta per muoversi in città, un traguardo che farà di Copenhagen la prima città al mondo per la “slow mobility”.
Nonostante la maggior parte delle energie siano dedicate a migliorare e implementare la viabilità in bici, la città offre un sistema di trasporto pubblico molto efficiente. Dal 1998 metro e bus sono automatizzati e in funzione 24h su 24, offrendo un collegamento di soli 20 minuti dall’aeroporto al centro.
Ovviamente non manca un sistema di car sharing rigorosamente ambientalista. Difatti Copenaghen mette a disposizione macchine elettriche a idrogeno con punti di rifornimento sparsi per tutta la città.
Un altro punto a favore per Copenaghen è la presenza di numerosi parchi e spazi verdi. Non a caso è una delle città più verdi al mondo e da qualsiasi parte della città si può raggiungere in pochi minuti un’area verde. Il Giardino del Re o il Parco dei cervi sono solo alcuni dei suggestivi parchi in cui potersi rilassare.
Degno di nota è il nuovo progetto Soul of Norrebro: inserito nel nascente quartiere omonimo, nasce l’innovativo parco a impatto zero, dotato di una moltitudine di piante e un efficiente sistema di raccolta di acque piovane.
Per la prima volta l’acqua piovana è vista come una ricchezza se raccolta, depurata e riutilizzata. In più, il sistema di drenaggio sotterraneo progettato rappresenta una buona soluzione per il problema del reflusso superficiale nel caso di piogge eccessive.
Questo progetto potrebbe essere fonte di ispirazione per molte altre città, le quali, durante eventi di precipitazione straordinari, risultano allagate in seguito all’eccessiva cementificazione del suolo.
Per quel che riguarda le acque reflue, la città di Copenaghen ha attutato un sistema di raccolta su tutta la rete metropolitana, impedendo così l’infiltrazione di acque piovane nei condotti destinati alle acque nere. In seguito alla chiusura di oltre cinquanta condotti d’acqua, i benefici sono stati immediati.
Ad esempio la zona portuale (generalmente una delle più inquinate) si è trasformata in una località balneare estiva molto apprezzata dai cittadini e dai turisti. L’acqua nel porto di Copenaghen è una delle migliori in tutta Europa.
In ogni caso, la Danimarca è ricca di spettacolari laghi e torrenti, tutti ovviamente raggiungibili con il mezzo a due ruote.
Accanto alle aree verdi, gli specchi d’acqua e le chilometriche piste ciclabili, non posso mancare numerosi impianti eolici. Ancora prima di raggiungere Copenaghen si incontrano decine di turbine eoliche marine. La più grande installazione offshore dista 30 km dalla costa danese e soddisfa gran parte dei bisogni energetici dei cittadini (almeno per riscaldamento ed elettricità).
Un altro impianto molto importante è il Middelgrunden: si estende per una lunghezza di 3,4 km e comprende un totale di 20 turbine eoliche (potenza di 40 MW). Non a caso, in alcuni mesi del 2015, grazie al vento è stato possibile coprire fino al 140% della domanda energetica, assicurando e oltrepassando il fabbisogno elettrico nazionale.
A Copenaghen la maggior parte degli edifici sono progettati e costruiti nel rispetto dell’ambiente. Materiali di riciclo, pannelli solari, sistemi di isolamento molto efficienti sono solo alcuni degli elementi di un’edilizia ecosostenibile. Si adotta un approccio progettuale ambientalista sotto ogni fronte.
Questo approccio non va a vantaggio solo dei cittadini; anche i turisti possono scegliere hotel e sistemazioni nel rispetto dell’ambiente. Molti hotel sono costruiti con materiali di riciclo, altri invece, come gli ostelli, presentano arredi di seconda mano. Circa il 71% degli hotel a Copenaghen è munito un eco-certificato.
Come se non bastasse i cittadini danesi, anche quando mangiano, non inquinano. Qui comprare cibo biologico non è considerato un lusso, ma logico. A Copenaghen si vende più cibo biologico che in tutta la Danimarca. Inoltre le istituzioni pubbliche (scuole, ospedali, ecc..) offrono alle proprie utenze cibo sano ed ecosostenibile. Nella città si conta un negozio alimentare su dieci che vende cibo biologico.
L’attenzione al riciclo è intrinseca alla vita di tutti i giorni. Per implementare la partecipazione dei cittadini al riciclo, nei supermercati sono stati installati dei raccoglitori automatici per i vuoti a rendere che in cambio di bottiglie o lattine già utilizzate danno qualche corona.
Tutte le iniziative appena citate sono frutto del lavoro di un’amministrazione che giorno dopo giorno cerca soluzioni per offrire una città migliore ai suoi abitanti. Questi ultimi mostrano a loro volta un atteggiamento positivo, considerando il bene pubblico prezioso tanto quanto quello privato.
Pochi giorni fa, le maggiori potenze mondiali si sono riunite a Bologna per il G7 ambiente. Al centro del dibattito, l’ampliamento dell’accordo di Parigi per la lotta contro il riscaldamento globale.
In questa occasione, il sindaco di Bologna, Virginio Merola, ha affermato che: “Per cambiare il clima occorre un cambiamento di clima politico”.
Quale migliore esempio se non la capitale danese per apportare questo cambiamento?
Ciò non toglie che non è sufficiente un cambio di direzione a livello politico. Bisognerebbe coinvolgere ulteriormente i cittadini nella lotta al riscaldamento globale, poiché solamente grazie alla collaborazione di ogni individuo si può pensare di aiutare concretamente l’ambiente.