Si è chiuso il 23 luglio il WAO Festival, un festival, come si legge sul sito ufficiale, “ispirato dai principi di unità, pace, creatività e sostenibilità”; un festival che ha sicuramente il pregio di testimoniare le potenzialità della cultura della sostenibilità ambientale e civile.
Più ancora dell’edizione passata, partecipato da più di 2500 persone da tutto il mondo, quest’anno il festival ha dimostrato che anche i grandi eventi possono colorarsi di eco e di green.
Ma, precisamente, cos’è il WAO Festival? Innanzitutto è un evento musicale: l’edizione del 2017 ha ospitato 85 artisti mondialmente rinomati, che hanno diffuso sonoraità psichedeliche ed elettroniche, ma anche ritmi jazz e rock.
Ma il festival è molto più che la musica che ha fatto ballare i migliaia di partecipanti: situato sulle meravigliose colline umbre, nel Parco dei Sette Frati sul Monte Peglia, il WAO, acronimo di We Are One, è, come citato in apertura, un laboratorio multidisciplinare dedicato alla sperimentazione di un modello di vita rispettoso dell’ambiente che lo accoglie.
Belli i presupposti, ma in pratica?
In pratica nel festival la sostenibilità è stata praticata dall’architettura (il main stage, il palco principale, era un’arena costruita interamente con canne di bambù autoctone assemblate da Canya Viva Italia; ma ancora l’alternative stage, l’area healing, la kids arena, tutte le strutture erano ad impatto zero, realizzate in legno e altri materiali naturali), alla gestione dei rifiuti (consegnati porta mozziconi all’ingresso del festival a tutti i partecipanti; presenti contenitori di raccolta differenziata sparsi su tutta l’area; sovraintendenza di 40 volontari dell’Ecoteam impegnati esclusivamente sul fronte rifiuti; distribuzione di cibi nei food truck con stoviglie compostabili; bando rigoroso del vetro) e senza tralasciare la presenza di servizi igienici a secco, che oltre a limitare l’uso di componenti chimici e lo spreco dell’acqua, ha contributo a produrre compost.
Oltre a questi aspetti “concreti” che hanno fatto del WAO Festival un esempio virtuoso di best practice per un evento davvero sostenibile, gli organizzatori dell’evento hanno integrato aspetti più “spirituali” della cultura della sostenibilità: durante l’arco dei cinque giorni, in alcune aree dedicate del festival, sono state svolte attività dedite all’insegnamento della consapevolezza ambientale, come convegni e workshop che hanno richiamato l’attenzione di molti.
Tra questi molti, anche Marsilio Marinelli, sindaco di San Venzano, la località umbra nei cui pressi ha avuto luogo il festival.
Insomma, è vero che in questi anni si fa un gran parlare di eventi sostenibili e vi è tutta una banda di cialtroni pronti a sfruttare il marchio green per fare cass, senza rispettare veramente l’ambiente e la cultura verde; ma forse, per una volta, possiamo dire che qui, al WAO Festival, la sostenibilità ambientale non è stata soltanto un semplice meme.