L’8 Febbraio del 2018 è stato sancito finalmente lo spostamento dell’articolo 260 del Dlgs 152/2006 il reato di traffico illecito di rifiuti, nel Codice Penale.
Nello specifico questo comporterà un’abrogazione della norma e la conseguente ricollocazione all’interno del Codice Penale Italiano.
La decisione è stata attuata al fine di punire in modo esemplare coloro che guadagnano dal traffico illecito dei rifiuti.
Infatti, questo traffico detenuto specialmente da soggetti della malavita appartenenti ai clan mafiosi, dev’essere combattuto in modo esemplare, al fine di abbattere il problema e garantire anche una migliore gestione dei rifiuti a livello nazionale.
Dopo l’abrogazione della legge, presente al momento nel codice civile con l’articolo 260, questo entrerà a far parte del codice penale con l’identica riproposizione come articolo 452-quaterdecies e verrà collocato nel titolo IV-bis del codice Penale sotto l’indicazione: Delitti contro l’ambiente.
Al momento, rimane invece nel Dlgs 152/2006, comma 3-bis, del codice di procedura penale il delitto di combustione illecita di rifiuti. Tale delitto infatti, è disciplinato dalla linea generale contenuta appunto nel Dlgs 152/2006.
Traffico illecito di rifiuti: perché è importante contrastarlo
Il traffico illecito dei rifiuti, oltre ad essere illegale, è un fenomeno che bisogna contrastare per la salute dell’ambiente e per il corretto smaltimento dei rifiuti.
Permettere lo smaltimento e il traffico illecito dei rifiuti potrebbe comportare danni sia dal punto di vista ambientale sia della salute dell’uomo. Spesso, infatti, il traffico illecito dei rifiuti viene effettuato al fine di smaltire scorie pericolose provenienti da aziende e fabbriche altamente inquinanti.
Intorno al traffico illecito dei rifiuti inoltre, gira anche un’interesse economico molto alto da parte della malavita italiana e internazionale.
Per questo motivo c’è bisogno sempre più di leggi volte a determinare cosa si consideri per traffico illecito di rifiuti e quale siano le pene da attuare nel momento in cui si scopre un’associazione a delinquere che alimenta questo traffico e passaggio di scorie e altri rifiuti da un paese all’altro.
Cosa s’intende per traffico illecito dei rifiuti
La gestione dei rifiuti è sicuramente uno dei problemi più complessi del nostro tempo, in tema di ambiente e sicurezza. Secondo le varie disposizioni in materia sia a livello mondiale sia europea e infine nazionale, si nota come sia necessario tutelare l’ecosistema e di conseguenza la salute dell’uomo.
L’art.2 del Dlgs 152/2006, prevede la che sia necessario come obbiettivo primario la promozione di un’ambiente di vita salutare per l’uomo.
Questo può avvenire solo se si considerano adeguatamente anche la salvaguardia e il miglioramento delle condizioni ambientali. Quindi la tutela primaria prevede il miglioramento della qualità dell’ambiente ma anche la preservazione della salute dell’uomo.
Il traffico illecito di rifiuti viene considerato prima di tutto un pericolo per l’ambiente ma al contempo un pericolo per la salute dell’uomo. Quindi, la legge si propone di controllare efficacemente lo smaltimento dei rifiuti specialmente quelli considerati pericolosi.
Lo smaltimento dei rifiuti deve avvenire secondo le normative di legge in materia. Nel momento in cui il trasporto per lo smaltimento di questi non avviene come previsto dalla legge, s’incorre nella sanzione di traffico illecito dei rifiuti.
Infatti, tutte le imprese che vogliono smaltire i rifiuti effettuati da terze persone, siano essi non pericolosi o pericolosi, devono essere obbligatoriamente iscritte all’Albo dei Gestori Ambientali.
L’attività espletata a titolo professionale prevede dunque anche la comunicazione annuale dello smaltimento al catasto. Nella comunicazione annuale vanno mostrati i registri di carico e scarico e il formulario d’identificazione dei rifiuti.
Lo smaltimento dei rifiuti dev’essere sempre effettuato in condizioni di sicurezza, per riuscire a essere certi che le operazioni di distruzione o riciclaggio di questi siano avvenute correttamente.
Se il trasporto dei rifiuti non avviene in conformità alla legge e alle disposizioni previste in materia, allora entra in vigore l’apposita sanzione che prevede a discrezione dell’autorità giudiziaria il pagamento di una multa o la carcerazione sino a un massimo di due anni, sempre che non ci siano legati ad essa altri reati come l’associazione mafiosa o a delinquere, o il reato di delitto ambientale.