La TARI è la tassa per i rifiuti che vengono raccolti e successivamente smaltiti. Vediamo insieme che cos’è, come si calcola e i possibili aumenti.

Che cos’è la Tari?

La Tari è una tassa che indica il corrispettivo per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. La normativa di riferimento è la Legge di Stabilità 2014 (Legge n. 147/2013) – con la Legge di Bilancio 2020 che ha abolito, partendo dall’anno 2020. la IUC e TASI lasciando questa tassa nonché la IMU nuovamente regolamentata.

Questo corrispettivo deve essere pagato da tutti i soggetti che sono utilizzatori di immobili a qualunque titolo. Nello specifico:

  • Proprietario residente
  • Inquilino – Affittuario dell’immobile
  • Utilizzatore – con comodato d’uso

È quindi da indicare il fatto che ogni soggetto che produce spazzatura, sia obbligato a pagare la somma corrispettiva che viene dilazionata in un anno.

La Tari ha un presupposto di possesso e detenzione per ogni titolo in merito a locali, aree scoperte che sono operative nella produzione di tutti i rifiuti urbani. Sono escluse da questa tassa le aree che non sono utilizzate anche se ci sarà un controllo da parte degli organi di competenza, per confermarlo.

La Tari non deve essere pagata per:

  • Tutte le aree scoperte accessorie o principali che non sono operative
  • Tutte le aree comuni di un condominio che non sono posseduta in via esclusiva dai condomini (esempio androne) come da art. 1117 del C.C.
  • Tutte le aree che non producono rifiuti autonomamente come le cantine, garage e terrazze.

Come si calcola la TARI?

L’importo della TARI non è uguale per tutti. Infatti si commisura in merito alla superficie del locali calpestabile di tutte quelle aree che sono atti a produrre rifiuti assimilati e urbani. La superficie è assoggettabile dell’80% come da documenti degli atti catastali.

Oggi il calcolo ha queste caratteristiche:

  • Somma fissa se determinata da tutti i componenti che riguardano il costo del servizio
  • Somma variabile che si rapporta alla reale quantità di rifiuti che viene prodotta.

È quindi una conseguenza se le tariffe si dividano in:

  • Domestica se si tratta di superfici che sono atte ad una abitazione o similari
  • Non domestica se si tratta di attività commerciali, industriali, professionale, artigianali e produttive.

In ogni caso di prevede una quota fissa e una variabile, come sopra indicato.

Facciamo chiarezza sul calcolo:

  • Tari utenza domestica viene calcolata con una quota fissa, ovvero la superficie calpestabile moltiplicato il numero degli abitanti. Si aggiunge poi la quota variabile.

Quando si parla di abitanti, ci si riferisce a tutte le persone che sono residenti all’interno dell’immobile come da documentazione in possesso degli archivi del Comune.

  • Tari utenza non domestica con calcolo quota fissa e variabile prendendo in considerazione la superficie imponibile e applicare le tariffe per unita della stessa (valutando anche l’attività che viene svolta e produzione dei rifiuti).

Quali sono le scadenze Tari?

Non c’è una regola generale in questo caso, infatti ogni Comune predispone la propria scadenza. Le rate di norma sono due a cadenza semestrale con saldo al 30 novembre di ogni anno o successivo, con calcolo delle tariffe al 28 ottobre. Per chi preferisce c’è la possibilità di pagare tutta la somma entro il 16 giugno di ogni anno.

Con l’emergenza sanitaria ci sono state delle disposizioni differenti con la possibilità di ogni Comune nel sospendere tale pagamento. Non solo, alcuni Comuni possono anche decidere attuare un piano economico differente, per venire incontro ai residenti.

La Tari viene comunque pagata a seguito ricevimento del modello F24 precompilato che si potrà usare per pagare la somma.

Ci sono delle esenzioni? Anche in questo caso possono essere disposte dai singoli Comuni che valutano la situazione del contribuente.

Leave a Reply