Le sovratensioni sono la principale causa dei guasti alle apparecchiature elettroniche. Per questo motivo, è opportuno munirsi di scaricatori di sovratensione. Fulmini, manovre elettriche sulla rete di distribuzione, interferenze, possono generare sovratensioni molto pericolose per le apparecchiature. Va considerato, che i dispositivi elettronici sono sempre più sensibili. Tramite la miniaturizzazione dei circuiti, essi offrono maggiori funzionalità, ma sono più a rischio di danneggiamento dalle sovratensioni.

Come funziona una scaricatore di sovratensioni

Lo scaricatore di sovratensione (SPD) è un dispositivo di protezione. Esso è progettato per proteggere i sistemi e le apparecchiature elettriche. Lo scaricatore rappresenta il primo livello di difesa, contro le sovratensioni transitorie e impulsive. Per sovratensione transitoria, si intende un picco di tensione di durata breve, meno di un millisecondo, la cui ampiezza è causa del problema. Essa infatti può raggiungere decine di volte la tensione nominale di rete. Ad esempio, si tratta delle sovratensioni causate dai fulmini e quelle dovute alle manovre elettriche.

Tutti i settori dell’industria e del commercio fanno affidamento sui propri sistemi informatici. Un guasto causato dalle sovratensioni potrebbe essere di proporzioni catastrofiche. Esso infatti determinerebbe una perdita di dati, con conseguente perdita di operatività, del servizio, di produttività e tutto ciò che ne comporta. Per questo occorre dotarsi di dispositivi di sicurezza.

Gli scaricatori di sovratensione permettono infatti di salvaguardare la vita delle apparecchiature. Essi offrono anche il vantaggio di poter essere inseriti all’ interno di impianti già esistenti. Lo scaricatore è composto da un contenitore collegato che ha una impedenza infinita. Tale impedenza serve per modificare il funzionamento dell’impianto. Quando si verifica una sovratensione, lo scaricatore fa scendere l’impedenza agli estremi del contenitore. In questo modo, la corrente generata si assorbe. I tipi diversi di scaricatori di sovratensione sono tre:

  • A commutazione o innesco: scaricatore molto affidabile, dotato di isolamento galvanico. Il punto di forza sta nelle dimensioni e nelle elevate correnti di scarica gestite. E’ dotato di spinterometro;
  • A limitazione: scaricatore con rapidi tempi di intervento, precisione nella ripetibilità delle accensioni, basso livello di protezione Up. Il punto di forza è l’ assenza della corrente susseguente;
  • Di tipo combinato: collegamento in parallelo o in serie dei primi due tipi di scaricatori;

Quale tipo di scaricatore scegliere?

Al fine di scegliere lo scaricatore più adatto alle nostre esigenze, occorre prima evidenziare quelle che sono le caratteristiche più importanti di ciascun dispositivo di protezione. In questo modo si potranno confrontare i vari modelli in commercio. Gli SPD sono caratterizzati da:

  • Tensione nominale: tensione nominale della rete in corrente alternata tra fase e neutro;
  • Tensione massima continuativa: indica la massima tensione al di sotto della quale lo scaricatore non interviene;
  • Livello di tensione di protezione: indica la capacità dello scaricatore di limitare la tensione tra i suoi morsetti durante la sovratensione impulsiva;
  • Corrente nominale di scarica: è la forma d’onda in corrente nominale standardizzata, passa tra le apparecchiature mentre sono soggette a sovratensione;
  • Corrente impulsiva: è la forma d’onda standardizzata, fluisce attraverso le apparecchiature nel momento in cui sono soggette ad una fulminazione diretta;
  • Fusibile di protezione: più il valore è alto, più il dispositivo è di qualità, in quanto riesce a dissipare energia autonomamente.

Una scelta ottimale dello scaricatore di sovratensione però non può prescindere da una adeguata installazione. Se questa non viene eseguita correttamente, la funzionalità del dispositivo di sicurezza potrebbe risultare del tutto inutile. Vi sono infatti degli accorgimenti di base da seguire. Occorre innanzitutto verificare che l’apparecchiatura da salvaguardare sia collegata alla barra equipotenziale. Tale sbarra deve essere la stessa a cui è collegato l’SPD. Inoltre, la lunghezza dei cavi, da e verso, il dispositivo di protezione non dovrebbe mai essere superiore ai 50 cm.

Per quanto riguarda l’installazione nei sistemi civili, di case, appartamenti, ville, vi è una protezione che può risultare ottimale. Si tratta di quella che prevede l’installazione di un SPD del gruppo 1 nel quadro principale, dopo il contatore. Nel quadro secondario invece, viene installato un SPD del gruppo 2. In alternativa, è possibile installare nel quadro principale direttamente uno scaricatore di sovratensione combinato 1 e 2.

Il consiglio comunque è sempre quello di rivolgersi a marchi che offrano prodotti certificati, progettati e immessi sul mercato nel rispetto delle norme.