Il piccolo stato insulare di Palau, oltre ad essere una delle nazioni più giovani (indipendenza dagli USA ottenuta solo nel 1994) e meno popolate del mondo, vuole classificarsi nei primi posti anche per la sostenibilità ambientale: dal 1° gennaio 2020, infatti, è entrato in vigore il divieto di utilizzare le creme solari che contengono almeno uno dei 10 ingredienti tossici per i coralli e la vita marina, come l’ossibenzone e l’ottinoxato.
Né i circa 20 mila palauani né i vari turisti che raggiungono le piccole isole oceaniche per una rilassante vacanza potranno portare, comprare e spalmarsi addosso le creme solari “reef toxic”.
I negozi che saranno trovati a vendere le protezioni solari vietate potrebbero essere soggetti a multe fino a 1387 dollari, mentre i flaconi di prodotti proibiti verranno confiscati ai turisti al loro arrivo nel paese.
La legge fa parte del “Responsible Tourism Education Act” emanato da Tommy Remengesau, il presidente della repubblica fautore di una politica profondamente ambientalista.
Infatti, lo stato di Palau aveva già vietato le creme solari chimiche per i bagnanti del “Jellyfish Lake“, una delle attrazioni turistiche più famose del paese, dove si nuota circondati da migliaia di meduse (fortunatamente) innocue.
Il presidente Remengesau ha affermato che “dobbiamo vivere e rispettare l’ambiente perché l’ambiente è la culla della vita” e il suo Stato, sul mercato turistico, si è sempre promosso come “paradiso incontaminato”, sopratutto per gli appassionati di subacquea.
Una legge figlia della scienza
La decisione è stata presa dopo che recenti studi hanno accertato come i prodotti che vengono utilizzati per proteggere la pelle dai raggi ultravioletti siano altamente nocivi per i polipi che formano, con le loro secrezioni, le barriere coralline.
Essi contengono, infatti, come principio attivo l’ossibenzone, una sostanza che danneggia il DNA dei polipi adulti e deforma le larve dei coralli intrappolandole nel loro stesso esoscheletro, rendendole inabili a galleggiare per disperdersi con le correnti marine.
Palau possiede una laguna di mille chilometri quadrati che l’Unesco ha inserito nella sua lista dei Patrimoni dell’Umanità: intorno ai suoi numerosissimi atolli, si sono formate delle estese barriere coralline, composte da oltre 385 diverse specie di coralli che, con il loro incredibile ecosistema, costituiscono uno spettacolare paradiso sottomarino.
Anche l’International Coral Reef Foundation conferma la veridicità degli studi e sottolinea che i prodotti chimici vietati dalla legge palauana sono “noti inquinanti ambientali e la maggior parte di loro sono incredibilmente tossici per le fasi giovanili di molte specie di animali selvatici, compresi coralli e pesci, ma anche macroalghe e persino persone. L’ossibenzone può far diventare i coralli più sensibili allo sbiancamento, danneggia il loro DNA e deforma e uccide il corallo giovanile“.
In merito ai risultati scientifici e alla sue scelte politiche, il presidente di Palau ha dichiarato all’agenzia AFP: “Quando la scienza ci dice che una pratica è dannosa per le barriere coralline, per le popolazioni di pesci o per l’oceano stesso, la nostra gente ne prende atto e lo devono fare anche i nostri visitatori.
I prodotti chimici tossici per la protezione solare sono stati trovati negli habitat critici di Palau e nei tessuti delle nostre creature più famose. Non ci dispiace essere la prima nazione a vietare queste sostanze chimiche e faremo la nostra parte per spargere la voce“.
Palau ha buona compagnia
E la voce si è effettivamente sparsa perché altri stati insulari stanno percorrendo la strada aperta da Palau: lo stato USA delle Hawaii, molto più influente economicamente e politicamente dell’arcipelago oceanico, ha annunciato di voler adottare un simile divieto la cui entrata in vigore dovrebbe avvenire nel 2021; nelle Isole Vergini americane una legge simile a quella della nazione apripista entrerà in vigore a marzo e anche Bonaire, un’isola dei Caraibi sotto la municipalità dei Paesi Bassi, ha approvato una misura dello stesso ordine che dovrebbe entrare in vigore entro l’anno.
I marchi più importanti di creme solari si sono affrettati ad assicurare che i loro prodotti non sono nocivi né per l’ambiente marino né per l’uomo: infatti, il numero delle creme solari contenenti sostanze chimiche dannose è fortemente in calo, con gli esperti che riportano la statistica (elaborata nel 2018) relativa all’assenza di questi composti in circa metà delle creme e lozioni analizzate.
Insomma, Palau sarà anche uno tra gli stati più piccoli, più giovani e meno popolati del mondo, ma di sicuro non è secondo a nessuno in quanto a sensibilità ambientale e a politiche di protezione delle proprie meraviglie naturali.