Sei donne e un uomo sono stati i vincitori dei Goldman Environmental Prize 2018, il premio nobel per l’ambiente assegnato agli ambientalisti più influenti dell’ultimo anno.
Scopriamo i vincitori di quest’ultima edizione.
Cosa sono i premi Nobel per l’ambiente?
I Goldman Environmental Prize sono prestigiosi riconoscimenti assegnati annualmente a un rappresentate per ciascun continente.
A quanto dice il regolamento, sono premi nati per “Ispirare altre persone ordinarie a compiere azioni straordinarie per proteggere la natura”.
Ogni anno vengono assegnati a chi si è maggiormente prodigato per proteggere la natura e il creato in modo concreto, apportando un miglioramento all’interno delle proprie comunità di appartenenza.
Il premio è una statua raffigurante l’Uroboro, un serpente che si morde la coda.
Questo antico simbolo di rinascita e rinnovamento rappresenta la forza e la ciclicità della natura, difesa dal coraggio di poche persone.
I vincitori del premio nobel per l’ambiente edizione 2018
Nell’edizione 2018 dei premi nobel per l’ambiente si è avuta una massiccia presenza femminile: 7 vincitori, di cui 6 donne.
Questo dato riflette un profondo cambiamento di rotta: le donne sono sempre più presenti all’interno delle politiche ambientali, lottando con tenacia per difendere ciò in cui credono.
Scopriamo insieme i vincitori di questa ultima edizione (cercando di poter imparare da loro).
Makoma Lekalakala e Liz McDaid
Premio Nobel per l’ambiente, sezione Africa.
Queste due coraggiosissime donne sudafricane hanno sono a capo di due organizzazioni non governative, la Earthlife Africa e la S.A.F.C.E.I.
Agli inizi del 2014 scoprono un accordo top secret tra il governo Russo e quello sudafricano che stabiliva la costruzione di 10 centrali nucleari in territorio Africano.
Le due donne si sono quindi attivate in una gigantesca campagna di informazione, sottoponendo l’intera questione prima alla popolazione locale e dopo all’Alta Corte di Città del Capo.
Con l’appoggio popolare e la legge a loro favore, le due donne riescono a far giudicare incostituzionale l’accordo fra i due stati, bloccando un’operazione da oltre 80 miliardi di dollari.
Francia Marquez
Premio Nobel per l’ambiente, sezione Sud America
Questa giovane donna colombiana è riuscita in un’impresa ai limiti delle possibilità umane.
Si è mobilitata per la chiusura delle miniere d’oro, guidando 80 donne per oltre 350 chilometri di pellegrinaggio fino alla capitale di Bogotà.
Una volta giunte sul posto le donne hanno manifestato per 22 giorni ininterrottamente, sensibilizzando in maniera graduale l’opinione pubblica.
Il governo ha infine accettato la chiusura di tutte le miniere d’oro nel territorio, estremamente inquinanti e dannose per lavoratori e ambiente.
Khanh Nguy Thi
Premio Nobel per l’ambiente, sezione Asia
Khanh Nguy Thi è una scienziata vietnamita che ha lottato contro la dipendenza energetica del suo paese da fonti di energia fossili e altamente inquinanti.
Nel 2011 ha istituito il Green innovation and development centre e dato vita a 11 organizzazioni no profit per lo sviluppo e la diffusione di energie rinnovabili.
Il suo impegno è arrivato fino ai vertici del governo, che hanno deciso di iniziare una campagna di investimenti in energia pulita e rinnovabile.
Khanh Nguy Thi ha commentato il suo successo in questo modo: “In Vietnam, il futuro dell’energia è a un bivio. Ogni decisione e ogni dollaro investito oggi avranno un impatto su questo paese e sul clima della Terra per i decenni a venire”.
LeeAnne Walters
Premio Nobel per l’ambiente, sezione Nord America
LeeAnne è un’ex infermiera residente a Flint, nel Michigan, dove ha salvato tutti i suoi concittadini da una pericolosa intossicazione da piombo.
A partire dal 2014 la cittadina ha infatti iniziato a rifornire le abitazioni con acqua prelevata dal fiume cittadino, discarica di rifiuti industriali e civili.
Dopo aver notato la comparsa di pericolose reazioni cutanee in ciascun membro della sua famiglia, LeeAnne Walters ha deciso di svolgere privatamente delle analisi sullo stato delle acque, appellandosi in seguito all’Agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti.
Dopo aver verificato lo stato di inquinamento del fiume, il presidente Obama ha dichiarato lo stato di emergenza ambientale.
Manny Calonzo
Premio Nobel per l’ambiente, sezione Isole e stati Insulari
Manny Calonzo è un lavoratore coraggioso che ha avuto la forza di ribellarsi all’uso indiscriminato di vernici al piombo, migliorando la salute dell’ambiente e di tutti i lavoratori del suo paese.
Nonostante la piena consapevolezza dei danni alla salute nel medio e nel lungo termine, in molti paesi in via di sviluppo si continuano infatti a utilizzare pericolose vernici al piombo per il loro costo decisamente più economico.
Nel 2008 Manny Calonzo ha deciso quindi di analizzare la maggior parte delle vernici utilizzate nelle Filippine, riscontrando livelli di tossicità elevatissimi e ben oltre la linea di guardia consentita.
La forza con cui Manny ha lottato per sensibilizzare l’opinione pubblica (specialmente nell’uso di queste vernici nelle scuole) ha portato a un risultato straordinario.
Nel 2017 il 90% delle aziende ha iniziato a eliminare le proprie vernici al piombo, sostituendole con vernici sicure e atossiche.
Alla domanda sul perché lo abbia fatto, Manny Calonzo non ha avuto esitazioni: “Lo dobbiamo ai nostri bambini e ai loro figli”.
Claire Nouvian
Premio Nobel per l’ambiente, sezione Europa
Claire Nouvian è una ragazza francese che ha dedicato al mare la sua vita.
Figlia di un pescatore e con una casa fra le onde dell’oceano, ha combattuto la sua personale battaglia contro la pesca intensiva realizzata con le reti a strascico sotto gli 800 metri.
Questa pesca massiccia ha messo a dura prova la biodiversità marina, spazzando via diversi ecosistemi.
Grazie alle sue battaglie dal 2016 tutti i paesi dell’Unione Europea hanno adottato legislazioni per una pesca più sostenibile, mettendo al bando le reti a strascico di profondità.
Da queste sette incredibili e – allo stesso tempo – ordinarie persone possiamo imparare tanto.
Prima di tutto il rispetto della natura e in secondo luogo la volontà di combattere per un mondo più equo e sostenibile.