Move to Zero, il nuovo viaggio intrapreso da Nike per arrivare al traguardo “zero emissioni di carbonio e zero rifiuti”, ha un obiettivo preciso: aiutare a proteggere il futuro dello sport.
Il programma, lanciato il 19 settembre 2019, è una continuazione del profondo impegno dell’azienda per la sostenibilità ed è guidato dalla convinzione che rispettare il pianeta significhi anche proteggere lo sport dal rischio rappresentato dai cambiamenti climatici.
I cambiamenti di temperatura, come sottolineato da Nike, sono ben documentati in tutto il mondo. Inoltre, sempre a livello globale, il numero dei giorni con temperature al di sopra dei 40 gradi è aumentato di quasi il 25% dagli anni Ottanta.
Cambiamenti climatici: ecco come influenzano lo sport
E non è finita qui: i cambiamenti climatici, anche se in un primo momento potrebbe sembrare pura fantascienza, influenzano in maniera importante le prestazioni nonché l’umore, degli atleti di tutte le discipline sportive.
Molti stati americani, per esempio, hanno adottato regole molto severe per proteggere i giocatori in condizioni sempre più calde e umide, imponendo sessioni di allenamento più brevi, l’uso di meno attrezzature e arrivando addirittura ad annullare le partite.
Senza un’azione globale, secondo le tendenze attuali, i cambiamenti climatici potrebbero ridurre il tempo trascorso sul campo fino a due mesi in alcune parti della Louisiana, del Texas e del Mississippi entro il 2050.
La situazione poi è ancora più nera per gli amanti degli sport sulla neve, gli sciatori e gli snowboarders: l’innalzamento delle temperature, infatti, riduce le precipitazioni nevose e rischia di compromettere lo stato di alcune piste solitamente scelte da chi pratica sport invernali.
Basti pensare che, negli ultimi trent’anni, il numero medio delle giornate trascorse sugli sci o sullo snowboard, è diminuito del 7% in tutto il mondo. Entro il 2050 però queste giornate potrebbero ridursi dall’11 al 22%.
Move to Zero, la risposta di Nike ai cambiamenti climatici
Tanti motivi, e tutti molto validi, che hanno portato Nike, due anni fa, a scendere in campo con la campagna Move to Zero.
Move to Zero comprende non solo l’impegno di eliminare la plastica monouso in tutti i campus Nike sparsi nel mondo, ma anche l’avvio di un dialogo tra le comunità del design globale attraverso Nike Circular Design.
Questi sforzi si uniscono ai progetti, già lanciati da Nike, di sviluppo dei materiale e sul risparmio energetico. Dal 2010, Nike ha già “deviato” 6,4 miliardi di bottiglie di plastica dalle discariche e ha iniziato ad alimentare i suoi centri logistici da energie rinnovabili.
Move to Zero lavora anche su due altri fronti: ridurre al minimo l’impatto ambientale di Nike come azienda e massimizzare le possibilità di impatto positivo del marchio sull’opinione pubblica.
Le iniziative Nike in concreto
Ma quali sono i fattori che alimentano l’iniziativa Nike? Possiamo raccogliere il tutto in 5 punti:
- Nike intende alimentare gli impianti di sua proprietà e gestiti con il 100% di energie rinnovabili entro il 2025.
- Nike vuole ridurre le emissioni di carbonio lungo la sua catena di fornitura globale del 30% entro il 2030, in linea con l’Accordo di Parigi del 2015.
- Nike ricava già il 99% dei materiali usati per la produzione delle sue iconiche scarpe direttamente dalle discariche.
- Nike usa più di un miliardo di bottiglie di plastica all’anno per creare filati per nuove maglie e per le tomaie delle scarpe Flyknit.
- I programmi Reuse-a-Shoe (Riutilizza una scarpa) e Nike Grind convertono i rifiuti in nuovi prodotti, parchi giochi, piste da corsa e campi da calcio.