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Come si è salvata Cortina d’Ampezzo dalla speculazione sfrenata?

È la perla delle Dolomiti e Cortina D’Ampezzo resta il simbolo indiscusso di una montagna che ha molto da dire. Ma in termini di speculazione, questa città è riuscita a salvarsi oppure è andata alla deriva come altre realtà della zona?

Il tesoro di Cortina D’Ampezzo

Ci sono moltissimi motivi per la quale Cortina D’Ampezzo debba essere considerata come un vero e proprio gioiello. Questa zona ha una estensione che arriva fino a 15 mila ettari.

Il terreno ha superato mille tentativi di speculazione e nonostante tutto è riuscita a mantenere la sua realtà unica e indissolubile. Sono ben 11 le aree e si suddividono in alte, dove sono ubicate le foreste, e basse dove troviamo gli alpeggi con le mucche da latte.

Naturalmente ci sono i regolieri che sono tutti i capifamiglia che discendono dalla tradizione di questo gioiello delle Dolomiti e che vanno avanti con le antiche leggi e tutto ciò che viene passato da generazione in generazione.

Anche i cognomi sono gli stessi e non cambiano, con passaggio al figlio maschio che fiero porta avanti le tradizioni di una famiglia unita e compatta. Sono leggi attive che nel tempo tantissime persone e istituzioni hanno cercato di cambiare, ma nessuno sino ad oggi è riuscito nell’intento.

La proprietà collettiva ha come appartenenza tutti i boschi e i pascoli in essere e ogni famiglia ha il suo pezzo di felicità. I regolieri hanno anche diritto ad utilizzare il legno delle foreste per riscaldarsi o per manutenere la propria abitazione. Si parla di una istituzione che va avanti nel tempo e che in pochi possono capire.

Il territorio non cambia e le regole hanno organi di Governo che regolano ogni passo della comunità che conta sino a 1200 persone. Una democrazia diretta con poteri per decidere sui terreni e infrastrutture, dal turismo sino al pascolo e bosco.

Storia e tradizione dei regolieri

Ma come ha fatto un luogo come Cortina D’Ampezzo amata dai suoi turisti per la neve e i servizi, a restare così intatta nelle sue regole con imparzialità e senza la possibilità che ci fosse una speculazione? È una storia che dura da 800 anni, sin dal 1225 ci sono le regole e sono sempre riuscite ad imporre la loro indipendenza.

Tutto questo per la loro estrema capacità nel governare il territorio in toto. C’è stato solo un periodo in cui si sono sciolte, ovvero durante il regno fascista e dopo la guerra si è presentato un attimo di caos: almeno sino al 1959 quando le regole sono tornate compatte al proprio posto.

Non sono mancati nel tempo i tentativi di trasformazione di questo territorio, ma è anche vero che se ancora è così perfetto bisogna dire grazie ai regolieri. Anche in termini di turismo sono loro che concedono o negano una certa modifica, sempre per la preservazione del patrimonio naturale riconosciuto anche dall’Unesco.

E il futuro? C’è qualche preoccupazione in merito alla diminuzione dei consorti e per questo motivo si chiede di far accedere altre famiglie. In un periodo storico così difficile le nascite sono in calo per questo – nonostante sia difficile avere i requisiti che le regole chiedono – sarebbe necessario aprire e far entrare famiglie che possono anche non possedere tutte le caratteristiche.

Alcuni pastori regolieri si sentono ottimisti tanto da sperare che il numero cresca così da non dover indebolire le attività e far andare a scemare una tradizione che è oramai consolidata.

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