Nel corso della storia della Terra, i mari e gli oceani hanno raggiunto altezze diverse rispetto alla terraferma. Il livello del mare, così com’è chiamato ufficialmente, è insomma variato lungo tutta la storia del nostro globo.

Durante le ere glaciali, ad esempio, quando i ghiacciai coprivano buona parte della superficie terrestre, il livello del mare era molto più basso rispetto all’età contemporanea: l’acqua si trovava sotto forma solida, cioè componeva i ghiacciai che popolavano la terra. Concluse le ere glaciali i ghiacciai, affetti dall’aumento di temperatura globale, tornarono in forma liquida e il livello del mare si innalzava nuovamente.

Per millenni il livello del mare è rimasto pressoché identico, aumentando o diminuendo solo relativamente. Ma negli ultimi cento anni, secondo due studi dell’anno scorso pubblicati sui “Proceedings of the National Academy of Sciences”, il tasso d’innalzamento del livello degli oceani è stato più veloce dei 27 secoli precedenti.

E, secondo le previsioni dei due studi stessi, alla fine del secolo corrente il livello dei mari salirà ancora, a seconda dei diversi scenari di riduzione delle emissioni di gas serra e di incremento della temperatura media globale, tra i 28 e i 131 centimetri. Tenendo conto che negli ultimi cent’anni l’innalzamento del mare era stato calcolato come compreso tra i 6 e i 37 centimetri, un po’ di preoccupazione per le conseguenze di un così rapido aumento è necessaria.

Le cause dell’aumento del livello del mare

Prima di guardare nel dettaglio quanto spiegato negli studi, capiamo meglio le cause di un tale eventuale aumento del livello dei mari.

Le cause, come in tutti i fenomeni climatici complessi, sono molteplici. Il ruolo del riscaldamento globale, però, secondo gli esperti, sembra essere il più rilevante. Le ragioni di una tale importanza del riscaldamento globale sull’innalzamento dei mari è attribuibile il primo luogo all’espansione termica degli oceani.

Questa si verifica quando l’acqua del mare si espande a causa della temperatura più alta dell’acqua. Dal momento che gli oceani assorbono calore dall’atmosfera, quando questa diventa più calda (per effetto dell’aumento dei gas serra), gli oceani ne subiscono l’influsso, aumentando a propria volta la temperatura interna.

Ora: dato che l’acqua calda del mare occupa un volume maggiore rispetto all’acqua fredda, con laumentare della temperatura dell’oceano, aumenta a sua volta il volume totale del mare: con ciò è dato l’innalzamento del livello dei mari.

Per di più, aumentando le temperatura dei mari, l’acqua calda rompe il rigido equilibrio che tiene in forma solida i ghiacciai: questi, immersi in acqua calda, piano piano diminuiscono il loro volume, tornando in forma liquida. Ciò contribuisce ovviamente ad un aumento drastico del volume degli oceani. L’espansione termica, ricapitolando, è il maggiore fattore di aumento del livello del mare.

Ora: potrebbe anche darsi che l’aumento della temperatura globale sia dovuto ad un ciclo naturale della Terra.

Ma secondo la teoria del riscaldamento climatico l’uomo è il principale fautore del processo di cambiamento climatico. E questa influenza dell’uomo sul clima è attribuibile in gran parte all’immissione di gas serra nell’atmosfera – e, come dicevamo, l’espansione termica è dovuta proprio all’aumento di gas serra.

Perché? Perché come tutti sanno la superficie della Terra è coperta dai gas atmosferici: l’energia solare che anima questo pianeta attraversa l’atmosfera e per metà viene assorbita dalla superficie terrestre. Dopodiché buona parte di questa energia viene riflessa verso l’atmosfera e assorbita nei gas in essa presenti; questi gas trattengono il calore necessario per stabilizzare la temperatura della Terra e permetterne la vita.

Certo, i gas serra – come l’anidride carbonica, il metano, gli ossidi di azoto – sono presenti naturalmente nell’atmosfera ed è appunto a loro che si deve la copertura necessaria alla vita terrestre, che altrimenti bollirebbe sotto l’eccessivo calore proveniente dalle radiazioni solari: ma l’uomo, dall’età industriale e in misura maggiore oggigiorno, bruciando combustibili fossili e legname, ne ha aumentato a dismisura la quantità.

L’aumento di gas serra significa che una maggiore quantità di calore – quello riflesso dalla superficie terrestre – può essere assorbito. Tutto questo comporta che i mari subiscono l’influsso dell’aumento di calore: anche loro assorbono più calore, con ciò dando seguito all’espansione termica di cui dicevamo poco sopra.

Per questo motivo Anders Levermann, uno dei partecipanti allo studio sui “Proceedings of the National Academy of Sciences” ha affermato che “Con tutti i gas serra che abbiamo già emesso, non possiamo arrestare il processo d’innalzamento del livello marino globale, ma possiamo limitare decisamente la rapidità con cui aumenta smettendo di consumare i combustibili fossili”.

Quali sono le conseguenze dell’innalzamento dei mari previsto dagli scienziati?

Innanzitutto l’effetto più evidente sarà sulle città costiere, che verranno allagate e rovinate; porti interi verranno danneggiati; l’erosione costiera subirà un’accelerazione drammatica. Altri effetti grandemente indesiderati saranno le estinzioni che colpiranno in massa gli abitanti degli oceani, sopraffatti dall’aumento delle temperatura del loro habitat naturale. Inoltre aumenteranno di intensità e numero i cicloni e, data l’alterazione del ciclo dell’acqua, i modelli di precipitazione cambieranno tanto che zone prima temperate muteranno aspetto e altre saranno afflitte da siccità.

Insomma, potenzialmente l’innalzamento del livello dei mari sarà una tragedia.

Certo: bisognerebbe capire se la tragedia è causata specificatamente dell’uomo o se è soltanto un naturale ciclo della Terra – perché di questi cicli, d’altronde, si sono sempre verificati. Ma, sia questa o quella la causa, bisogna iniziare ad agire per arginare gli effetti della tragedia che possibilmente sarà.

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