Ogni qual volta si ha che fare con l’elettricità, è importante ricordarlo, occorre agire sempre con estrema cautela e prudenza. Comportamenti improvvisati o approcci fai da te potrebbero, in effetti, rivelarsi controproducenti all’occorrenza di guasti, se non addirittura essere causa di danni gravissimi o, nel peggiore dei casi, mortali. Quello che proponiamo in questo articolo, pertanto, non va a sostituirsi in alcun modo al necessario lavoro di elettricisti e tecnici esperti. L’intento, tuttavia, è quello di fornire utili consigli in caso di cortocircuito, salvo poi rimandare il tutto alle mani di personale competente.

Il cortocircuito:
un fastidioso e pericoloso inconveniente

Comune causa di disservizio per un impianto elettrico, ci chiediamo cos’è esattamente un cortocircuito, che effetti produce e da cosa è provocato. Il cortocircuito può essere visto come un aumento improvviso e considerevole dell’intensità di corrente in un circuito ed è determinato dal contatto accidentale tra fase e neutro che annulla, in quel punto, il valore della resistenza. Il risultato immediato è il forte aumento di temperatura (fino a 1000 gradi), conseguente al calore prodotto nel cavo che, per effetto Joule, è direttamente proporzionale al quadrato dell’intensità di corrente. Calore sviluppato che, qualora non ci si doti di opportuni dispositivi, può seriamente danneggiare e compromettere il funzionamento delle apparecchiature elettriche. Non solo quindi mancanza improvvisa di corrente: il corto, per i motivi detti, è troppo spesso causa di fusione dei cavi e incendi.

Rintracciare il cortocircuito e risalire alla causa

L’origine può essere individuata in un guasto elettrico (causato, ad esempio, da vecchi elettrodomestici o da qualche presa), se non in una parte dello stesso impianto elettrico che può esser stato realizzato male, ovvero non a norma. Il corto, in ogni caso, va necessariamente localizzato prima di riattivare la corrente e ciò al fine di evitare eventuali ed ulteriori danni a cose e persone. Occorre:

  • osservare il quadro elettrico per vedere quale interruttore è saltato;
  • trovare possibili cavi elettrici bruciati per risalire immediatamente al guasto;
  • individuata la causa, scollegare tutti gli apparecchi attaccati al circuito in cui il guasto si è verificato;
  • riattivare l’interruttore e vedere con quale apparecchio, che andrà opportunamente riparato, salta la corrente;
  • rintracciare una possibile provenienza in una presa che presenta fili scollegati da sistemare, se il problema non dovesse risiedere in un elettrodomestico;
  • contattare un elettricista. Qualora l’origine non fosse nemmeno la presa, la causa potrebbe risiedere nello stesso impianto elettrico. In questo caso, il tecnico provvederà ad individuare il punto esatto del cortocircuito con l’uso di un tester.

Prevenzione e normativa

Alla luce di quanto detto, giocare d’anticipo può davvero fare la differenza! È l’indirizzo seguito dalle norme CEI 64-8, principale riferimento in merito, che mirano a far sì che l’impianto elettrico sia in regola e che la ditta che lo realizza rilasci un certificato attestante la conformità. La stessa legge va nella direzione della protezione da cortocircuito, prescrivendo l’installazione di dispositivi, tali da interrompere le correnti di cortocircuito prima che possano causare danni. Tra questi, gli interruttori magnetotermici capaci di intervenire addirittura nell’ordine di millesimi di secondo. Buone pratiche, tuttavia, completano la necessaria prevenzione e si accompagnano all’urgenza, come detto, di dotarsi di un impianto a norma di legge. Fortemente consigliato è l’uso delle ciabatte per ridurre le spine multiple e non sovraccaricare le prese, nonché la manutenzione e la corretta gestione degli elettrodomestici evitando di usarne due o più contemporaneamente e, infine, lo staccare le prese durante la notte e in caso di prolungata assenza dalla propria abitazione.

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