L’amianto è un materiale fibroso costituito sia da fibre naturali appartenenti al gruppo dei silicati o alle serie mineralogiche del serpentino e degli anfiboli, che da fibre artificiali.

Negli scorsi decenni l’amianto è stato ampiamente utilizzato nel settore dell’edilizia come isolante e come materiale di rinforzo o supporto per la creazione di alcuni manufatti come, ad esempio, le tute resistenti al calore.

Questo materiale è attualmente bandito da 62 Paesi a causa del suo alto potere cancerogeno: in Italia la legge 257/1992 ha vietato la produzione e l’installazione di materiali in amianto.

Prima del bando era possibile trovarlo in due forme: l’amianto in forma compatta era solitamente inglobato in una matrice cementizia. L’amianto in forma friabile veniva spesso utilizzato come isolante termico sui controsoffitti e sulle pareti: questa forma, più facilmente inalabile è di certo la più pericolosa.

Come detto, l’amianto è un agente cancerogeno e la sua presenza (e soprattutto il suo deterioramento) può provocare danni irreparabili alla salute dell’uomo. Una volta inalate, infatti, le fibre di possono depositare nelle vie aeree e nelle cellule polmonari, portando all’insorgenza di gravi malattie respiratorie e di tumori.
Il processo di sviluppo della malattia è piuttosto lungo: in genere passano oltre 40 anni dall’inizio dell’esposizione alla manifestazione dei sintomi.

Ogni anno in Italia oltre 2 milioni di persone muoiono per tumori legati all’inalazione di amianto con un’incidenza maggiore al Nord Italia a causa della maggiore industrializzazione. Una forte concentrazione è registrata in Piemonte dove erano presenti alcune tra le più grandi imprese produttrici di questo materiale.

Nel nostro Paese esistono ancora più di 40milioni di tonnellate di materiali contenenti amianto: questa sostanza è ancora presente in numerosissime strutture pubbliche, tra cui circa 2400 scuole.

Attualmente per la bonifica occorre rivolgersi a personale specializzato o ad enti regionali quali, ad esempio, l’ASL o l’ARPA. In primis, infatti, la prudenza di non recare ulteriori danni al proprio corpo o agli altri.

In questo scenario, dunque, ci appaiono indispensabili le opere di bonifica.

Per quanto riguarda i costi di bonifica essi sono a carico dei condomini, in caso di presenza del materiale cancerogeno in un condominio (ovviamente sempre in proporzione a quanto posseduto). I condomini possono anche scegliere di intentare in provvedimento contro i costruttori della struttura.
Tuttavia,nel caso di bonifica da amianto sono detraibili sia le spese di bonifica che quelle sostenute per il trasporto in discarica: la detrazione sarà del 65% in base alla disposizione della legge nota come “Ecobonus“.

Lo chiarisce l’Agenzia delle Entrate nella circolare n. 7/E del 27 aprile 2018 che arriva in soccorso al contribuente.
Secondo la circolare la detrazione relativa alle spese per il recupero del patrimonio edilizio, è applicabile anche ai lavori di bonifica dall’amianto. Dunque, a prescindere dalla categoria di lavoro edilizio che si sta svolgendo, la bonifica rappresenta un lavoro a parte pienamente agevolato.

La detrazione, quindi, spetta a prescindere dalla realizzazione di un intervento di recupero del patrimonio edilizio e riguarda anche le spese di trasporto del materiale in discarica ad opera di una ditta specializzata.