Dopo il via libera dell’unione Europea alla produzione dei biocarburanti, l’università di Berlino T.U.M. (Technische Universität München) ha proposto l’introduzione di biocarburanti delle alghe come soluzione più ecologica ed efficiente.
I biocarburanti delle alghe sarebbero una valida alternativa alle culture terrene, eliminando del tutto le opposizioni degli ecologisti alla produzione di biocarburante.
Questa proposta europea dà nuova spinta a un progetto effettuato agli inizi degli anni ‘70 dal dipartimento statunitense per l’energia, che ha cercato per anni il modo migliore per trasformare le alghe marine in combustibile greggio.
In poche parole hanno voluto accelerare il processo di carbonizzazione fossile dei fitoelementi (in questo caso le alghe) per trasformarli in un petrolio artificiale.
Nel 2013 l’esperimento è stato riprodotto dalla Pacific Northwest National Laboratory, che in meno di un’ora ha trasformato una mistura di alghe e acqua marina in un petrolio greggio semi-puro.
Queste sperimentazioni hanno dato il via ad una nuova corsa all’oro nero, effettuata nelle profondità oceaniche.
Cosa sono i biocarburanti dalle alghe?
Per capire di cosa stiamo parlando è bene spiegare cosa siano i biocarburanti o il cosiddetto biodiesel.
I biocarburanti sono combustibili derivati da composti organici di natura vegetale, come mais, canapa o altri rifiuti dell’industria agricola.
Hanno il vantaggio di non inquinare e di evitare l’estrazione di carburanti fossili come il petrolio e il gas metano, diminuendo drasticamente le emissioni di CO2.
I biocarburanti delle alghe si inseriscono in questa categoria, presentando notevoli vantaggi competitivi rispetto agli altri carburanti vegetali.
Uno fra tutti è che non hanno esigenze di spazio o di terreno fertile, pertanto non sottraggono spazio all’agricoltura e non incentivano la deforestazione.
Scopriamo insieme i vantaggi principali dei biocarburanti dalle alghe.
Come si produce biocarburante dalle alghe?
L’università di Berlino T.U.M ha studiato il modo più efficace di coltivare le alghe per la produzione di biocarburante.
Il metodo trovato evita infatti di rubare prezioso terreno agricolo, ottimizzando i processi di sviluppo e di crescita delle piante.
Il segreto è l’utilizzo delle lampadine LED con intensità luminosa simile a quella del sole.
Le serre adibite per la coltivazione delle alghe sono irradiate con lampadine LED a 1000 watt di potenza per mq, con lunghezze d’onda fra i 400 e gli 800 nanometri.
Questa luminosità controllata stimola l’attivazione degli interruttori molecolari adibiti alla crescita e allo sviluppo delle alghe.
Trascorso il periodo di maturazione (che in genere avviene in pochi giorni) le alghe passano alla fase successiva, quella della raffinazione.
Le alghe, tenute all’interno di bacini cilindrici in vetro contenenti acqua salata, verranno svuotati per separare la componente grassa da quella di scarto.
La parte grassa delle alghe servirà per la produzione di biocarburante, mentre la parte magra verrà ridotta in farina.
La cosa più sensazionale di tutte è l’olio prodotto non servirà solo alla produzione di combustibile per auto, ma verrà utilizzato per alimentare le raffinerie da cui è estratto.
Un esempio è la raffineria Eni di Ragusa, che con il suo nuovo impianto per la produzione di biocarburante mantiene attivi i suoi processi produttivi in un ciclo vitale infinito.
Biocarburanti dalle alghe Kelp e Isochrysis
In natura esistono decine di migliaia di diverse specie, ma le alghe più adatte alla produzione di biodiesel sono due: le alghe Kelp e Isochrysis
Le alghe Kelp e Isochrysis sono le culture marine prescelte per la produzione di biocarburanti ecologici e a impatto 0, garantendo risultati ottimali.
Delle oltre 10.000 specie diverse di alghe studiate, queste alghe consentono di produrre biocarburanti ad alto rendimento, perfetti per l’industria dei trasporti.
L’alga Kelp è una delle più promettenti per la produzione di Biodiesel, dalla quale è possibile estrarre etanolo e metanolo in grandi quantità.
I processi di estrazione vengono effettuati principalmente per fermentazione o digestione anaerobica. Questi processi consentono all’alga di liberare grandi quantità di gas che poi vengono raffinati e trasformanti in combustibile.
L’alga Isochrysis è invece un’alga comunemente usata per la produzione di mangime di scarto per pesci d’allevamento, ma si sono di recente scoperte le grandi proprietà di questa pianta subacquea.
Quest’alga consente non solo la produzione di Biodiesel, ma anche di biocarburante per aerei.
Gli studi non si stanno fermando qui, e oltre a ottimizzare queste due specie gli scienziati cercano altre nuove varietà in grado di essere utilizzate nella produzione di biocarburanti.
Biocarburanti dalle alghe, pro e contro
A partire dal 2020 il 10% dei mezzi di trasporto dovrà essere alimentato con biocarburanti.
Con questo ambizioso progetto si spalancano le porte alla produzione di biodiesel e biocarburanti dalle alghe, ma come sempre c’è chi contesta questa scelta.
Nel gruppo dei contrari abbiamo chi addita i biocarburanti come causa di deforestazioni aggiuntive e maggiori sprechi di acqua, con il conseguente aumento dei prezzi del cibo e di spreco di risorse ambientali.
Insistere sullo sviluppo di biocarburanti dalle alghe potrebbe però risolvere il problema: le alghe si sviluppano molto rapidamente e consumano davvero poco spazio.
In più non richiedendo una coltivazione sul terreno, questa può essere sviluppata in silos verticali o addirittura in mezzo al mare, evitando il pericolo deforestazione.
Conviene investire sui biocarburanti delle alghe?
I biocarburanti delle alghe sono una soluzione estremamente vantaggiosa su cui investire, anche se attualmente i prezzi per la produzione di questo tipo di biocarburante sono proibitivi.
In ogni caso è una risorsa inesauribile e a basso impatto ecologico, perfetta per affrontare la diminuzione di carburanti di origine fossile.
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